
La polizia davanti all'Istituto Enaip di Varese, dove la docente Sara Campiglio è stata accoltellata da uno studente il 5 febbraio 2024
Varese, 9 gennaio 2025 – Il ragazzo accusato di tentato omicidio e porto abusivo d’arma, che nel frattempo è diventato maggiorenne, ha espresso il suo “pentimento” per aver accoltellato il 5 febbraio dell’anno scorso la docente dell’istituto professionale Enaip Sara Campiglio, un gesto rimasto ancora senza una chiara spiegazione. Oggi i giudici del Tribunale per i minorenni di Milano hanno disposto la sua scarcerazione, sostituendo la misura cautelare in carcere con quella del collocamento in una comunità dove potrà proseguire il suo percorso di recupero. Ha lasciato quindi il Beccaria, dove è detenuto da quasi un anno, ed è stato trasferito nella struttura in Lombardia individuata dal giudice.
“Oltre al percorso svolto in custodia cautelare – spiega il suo difensore, l’avvocato Elisa Scarpino – farà un ulteriore periodo di osservazione in un contesto rieducativo. La priorità, in questo momento, è continuare il percorso di osservazione e monitoraggio con gli psicologi". L’udienza è stata quindi rinviata al prossimo 20 marzo, quando verrà fatta anche una valutazione sull’inserimento nella comunità.
Il giovane, all’epoca dell’accoltellamento 17enne, prima di ferire gravemente con tre fendenti la docente non aveva mai avuto problemi con la giustizia. Quella mattina è uscito dalla sua casa con un coltello a serramanico in tasca e all’improvviso ha aggredito l’insegnante nell’atrio della scuola, sorprendendola mentre stava parlando con una collega in attesa dell’inizio delle lezioni.
La 58enne Sara Campiglio, responsabile dell’area fragilità dell’istituto varesino, dove ha trascorso gran parte della sua vita professionale, ha affrontato un lungo percorso per superare i traumi fisici e psicologici dovuti al raid dello studente che era appena rientrato a scuola dopo uno stage in una catena di supermercati. Lo scorso novembre, in occasione della festa per gli 80 anni delle Acli a Roma, ha incontrato anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che ha reso omaggio alla sua testimonianza.
“Da un lato potevo abbandonare il mondo della scuola – ha raccontato la professoressa d’italiano accompagnata a Roma dai colleghi dell’Enaip – dall’altro rimanere al fianco dei miei ragazzi. Alla fine ho scelto di rimanere, seguendo l’approccio non punitivo, non freddo ma caldo e accogliente del tendere la mano". Ragazzi che l’hanno sempre sostenuta, facendole arrivare anche fiori, cioccolatini e messaggi di “pronta guarigione” durante il ricovero all’ospedale di Circolo di Varese e la successiva convalescenza.
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