
Il presidente di Confindustria Varese Luigi Galdabini il quadro emerso dall’indagine congiunturale del secondo trimestre realizzata dal Centro studi dà ancora segnali di debolezza
Incertezza geopolitica, dollaro debole e costi energetici in rialzo frenano l’attività produttiva, ma tengono gli ordini esteri. È quanto emerge dall’indagine congiunturale sull’industria varesina relativa al secondo trimestre 2025 realizzata dal Centro studi di Confindustria Varese. Dai numeri diffusi dall’associazione guidata dallo scorso maggio dal neo presidente Luigi Galdabini (nella foto) emerge una situazione diversificata tra le filiere, mentre prevale la prudenza in vista del resto dell’anno.
Il primo dato è quello del saldo della produzione, ovvero la differenza tra la percentuale di imprese che dichiarano un aumento dei livelli produttivi e quelle che ne dichiarano una diminuzione. L’indicatore scende a -7,1 punti percentuali (-5,9 nel primo trimestre), indicando una fase di debolezza congiunturale.
Il 42,3% delle imprese ha registrato una fase di stabilità, il 25,3% ha dichiarato un aumento mentre il restante 32,4% ha avuto un calo. Il grado di utilizzo degli impianti in media è stato pari al 73,7%. A pesare è il quadro internazionale di grande incertezza geopolitica e commerciale, soprattutto per l’inasprimento del conflitto tra Israele e Iran e per gli effetti degli annunci statunitensi relativi ai nuovi dazi. Gli ordinativi totali restano tuttavia in territorio positivo: +10 punti percentuali, con la tenuta e il parziale recupero di quelli esteri: +9,2%. Il 42,1% delle imprese ha avuto un aumento degli ordini sul trimestre precedente.
Per quanto riguarda il mercato del lavoro nel secondo trimestre 2025 l’Inps rileva che nel comparto industriale sono state autorizzate a livello provinciale oltre 2 milioni e mezzo di ore di cassa integrazione guadagni, dato in calo sia rispetto al secondo trimestre 2024 (-21%) che sul primo trimestre 2025 (-17%). Tra i diversi settori quello metalmeccanico si mantiene su livelli stabili e registra un saldo positivo del portafoglio ordini. Situazione più negativa invece nelle altre filiere: moda, chimico-farmaceutico e gomma-plastica, con saldi produttivi in calo. In vista del terzo trimestre le previsioni sulla produzione sono poco rosee, con una netta prevalenza di imprese che stimano stabilità (35,7%) o contrazione (41,2%), con le attese di calo concentrate specialmente nel chimico-farmaceutico.