
Centinaia di lavoratori hanno raggiunto Bergamo dal Milanese per il corteo regionale nell’ambito dello sciopero proclamato da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil
Una "altissima adesione" nelle aziende sindacalizzate, "con una media del 70-80% tra le lavoratrici e i lavoratori in produzione, e punte del 90-95% in numerose realtà lombarde". È il bilancio, secondo i dati diffusi dai sindacati in Lombardia, dello sciopero del settore metalmeccanico, con circa cinquemila persone che si sono radunate a Bergamo per la manifestazione regionale. Uno sciopero nazionale proclamato da Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil per chiedere il rinnovo dei contratti Federmeccanica e Unionmeccanica, con condizioni migliori per i lavoratori. La Fiom Lombardia ha sottolineato che "le imprese devono comprendere l’importanza del rinnovo, che rappresenta uno strumento essenziale per il giusto riconoscimento del salario e dei diritti, come richiesto nella piattaforma sindacale approvata a larghissima maggioranza da chi lavora nel settore".
Un settore, spina dorsale dell’economia europea, che in Lombardia conta 44 mila imprese e oltre 500 mila addetti, e si trova oggi a fronteggiare delocalizzazioni, chiusure di stabilimenti, perdita di competitività. "Invece di investire nel futuro, nell’innovazione, nella formazione e nel rafforzamento delle filiere produttive – spiega Mirko Dolzadelli, segretario generale Fim Cisl Lombardia – troppe aziende continuano a scegliere la strada più semplice: risparmiare sui salari, comprimere i diritti, precarizzare i rapporti di lavoro. Questa consapevolezza deve guidare la ripresa del confronto, il settore non può permettersi di perdere valore, competitività e attrattività, ma anzi può e deve rilanciarsi garantendo condizioni dignitose".
Andrea Gianni