
È Emanuele Mirti l’uomo rintracciato per l’assassinio del commerciante. Era a Castellanza in una casa di proprietà della vittima. Oltre al movente economico si indaga su questioni private tra i due.
È Emanuele Mirti, 50 anni l’uomo fermato nella notte per l’omicidio del commerciante Davide Gorla, 64 anni, assassinato nel tardo pomeriggio di mercoledì nel suo negozio di via Milano. Mirti viveva in una casa di proprietà della vittima. Sul campanello nella palazzina di 5 piani di viale Lombardia, ci sono tutti e due i nomi: Mirti E. e Gorla D. Tuttavia in quello stabile ci viveva solo il fermato. Gorla, invece, abitava insieme a fratello a Rescaldina. Probabilmente aveva vissuto a Castellanza in passato. Mirti è stato rintracciato a casa sua, dopo che si era lavato e cambiato. In viale Lombardia Castellanza lo hanno trovato gli uomini della Polizia di Stato di Busto e della Squadra Mobile di Varese, coordinati dal pubblico ministero Flavia Salvatore. Il 50enne, interrogato nella notte, ha negato ogni addebito proclamandosi innocente. Gli investigatori stanno continuando la loro attività: ancora da trovare l’arma del delitto, un coltello o un tagliacarte. Da chiarire se l’assassino avesse portato l’arma da casa oppure se l’avesse trovata nel negozio di Gorla. Anche gli indumenti che l’assassino, incurante delle telecamere in funzione nel centro cittadino, si è sfilato quando è uscito dal negozio (forse perché sporca di sangue) per indossare quelli puliti non sono stati trovati. La cosa certa al momento è che vittima e assassino si conoscevano e ci sarebbe un movente economico dietro al delitto. Molto probabilmente una questione di affitti non pagati che Gorla, proprietario dell’appartamento, reclamava all’inquilino.
Da parte degli investigatori proseguono gli approfondimenti, da capire se tra i due uomini ci fossero anche questioni personali rimaste in sospeso. Gli inquirenti hanno portato avanti senza sosta le audizioni dei testimoni (alcuni dei quali avrebbero visto l’assassino uscire dal negozio) e il confronto tra le descrizioni fornite da chi si trovava nei pressi del negozio nel momento del delitto e le immagini delle telecamere che avrebbero ripreso in modo nitido il presunto omicida (compreso un tatuaggio su una gamba). Alcuni testimoni, inoltre, avrebbero sentito prima Gorla gridare poi solo silenzio, mentre l’assassino fuggiva. Il quadro delle circostanze che hanno portato all’omicidio di Gorla è ancora tutto da definire.