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Sgominata banda di finti viaggiatori che razziava bagagli all’aeroporto di Malpensa: ecco la tecnica usata

Dieci arresti per furto aggravato a Malpensa: banda algerina responsabile di oltre 30 episodi per 4 milioni di euro. Fingendosi passeggeri, agivano coordinati con cellulari e auricolari. I “colpi” messi a segno anche in hotel

Appena messo a segno il furto, i malviventi si dileguavano dall’aeroporto utilizzando taxi, treni o autobus

Appena messo a segno il furto, i malviventi si dileguavano dall’aeroporto utilizzando taxi, treni o autobus

Varese – Sembravano comuni passeggeri in partenza. Valigie al seguito, abbigliamento casual, nessun comportamento sospetto. Ma dietro quella facciata di normalità si nascondeva una macchina criminale perfetta: dieci persone che per mesi hanno razziato i bagagli dei viaggiatori all’aeroporto di Malpensa, portando a casa un bottino da 4 milioni di euro in almeno 30 episodi di furto.

La polizia di Stato ha chiuso il cerchio attorno alla banda, arrestando i membri di un’organizzazione criminale transnazionale composta da cittadini algerini tra i 20 e i 35 anni. Tutti pluripregiudicati, alcuni con documenti falsi e in Italia senza permesso di soggiorno.

La tecnica e la fuga

Il teatro delle operazioni era sempre lo stesso: i terminal di Malpensa, brulicanti di passeggeri distratti dalle procedure di imbarco. La banda aveva messo a punto una strategia chirurgica. Si dividevano in gruppi di due o tre persone, ognuno con un ruolo preciso nella catena criminale. C’era chi faceva da “palo”, chi distraeva le vittime e chi materialmente si impossessava dei bagagli.

La comunicazione avveniva attraverso telefoni cellulari e auricolari: un sistema che permetteva ai complici di coordinarsi in tempo reale, segnalando obiettivi appetibili o eventuali pericoli. Quando uno dei membri individuava una vittima con bagagli di valore, bastava una parola in codice per attivare l’intera squadra.

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Ma il vero asso nella manica era la capacità di cambiare continuamente identità e ruoli. La stessa persona faceva un giorno il “palo” e quello successivo l’esecutore. Un gioco delle parti studiato per confondere le telecamere di sorveglianza e rendere quasi impossibile l’identificazione.

Appena messo a segno il furto, i malviventi si dileguavano dall’aeroporto utilizzando taxi, treni o autobus. Una rete di trasporti che permetteva loro di sparire nel traffico milanese in pochi minuti.

La reazione violenta

L’operazione più audace è costata cara a un passeggero che ha tentato di reagire. Quando tre membri della banda hanno cercato di rubare un secondo trolley dopo aver già sottratto bagagli per 160mila euro, un viaggiatore è intervenuto. La reazione è stata brutale: un pugno in pieno volto che ha trasformato il furto in rapina.

Colpi a segno negli hotel di lusso

Le indagini, partite nel maggio 2024, hanno rivelato che Malpensa era solo la base operativa. La banda colpiva anche negli hotel di lusso di Como, Milano, Firenze, Verona e Roma, nelle stazioni ferroviarie e persino sui treni. Un tour criminale che attraversava l’Europa: alcuni membri sono finiti in carcere in Francia e Spagna per altri reati.

Alla fine, la tecnologia li ha traditi. Le telecamere di videosorveglianza e le testimonianze delle vittime hanno permesso agli investigatori di ricostruire oltre 30 colpi messi a segno fino ad aprile 2025. Per ora tre sono stati arrestati a Malpensa, ma la Procura di Busto Arsizio ha già chiesto l’estradizione per completare il quadro.