REDAZIONE VARESE

L’Autolaghi, la madre di tutte le autostrade nata dalla “rabbia” dell’ingegner Piero Puricelli: “Era stufo d’impiegarci ore per andare a Milano”

L’allora conte di Lomnago era l’unico negli anni Venti del secolo scorso a possedere un’auto. Stanco di percorrere strade lunghe e tortuose concepite per i carri trainati da cavalli, progettò un capolavoro d’ingegneria copiato nel resto del mondo. Una mostra a Gazzada Schianno lo celebra

Maestranze al lavoro, poco più di un secolo fa, impegnate nella realizzazione della prima autostrada al mondo. A destra l'inaugurazione dell'arteria, il 22 settembre 1924, alla presenza del re Vittorio Emanuele III

Maestranze al lavoro, poco più di un secolo fa, impegnate nella realizzazione della prima autostrada al mondo. A destra l'inaugurazione dell'arteria, il 22 settembre 1924, alla presenza del re Vittorio Emanuele III

Gazzada Schianno (Varese), 19 settembre 2025 – A centouno anni esatti dall’inaugurazione dell’autostrada Milano–Varese, domenica 21 settembre 2025 alle 17 la sala consiliare di Villa De Strens, in via Matteotti 13/A a Gazzada Schianno, ospiterà la presentazione del libro “Inizia il futuro” di Liborio Rinaldi.  Un incontro che celebrerà il pioniere Piero Puricelli, non solo il visionario che ha realizzato la prima strada bitumata d’Italia e la prima autostrada al mondo, ma anche il benefattore e le sconosciute collaborazioni siciliane con Vincenzo Florio jr e i difficili e controversi rapporti col fascismo.

Una fase dei lavori di realizzazione dell'autostrada Milano-Varese
Una fase dei lavori di realizzazione dell'autostrada Milano-Varese

Il libro che lo ricorda 

Il volume “Lomnago 1921-1924. Inizia il futuro. Piero Puricelli: dalla prima strada bitumata d’Italia alla prima autostrada del mondo” (editore Macchione) racconta l’avventura di un uomo che trasformò un’intuizione in un’opera destinata a cambiare il volto della mobilità. “Era l’unico del suo paese ad avere un veicolo motorizzato – spiega Rinaldi – ma per raggiungere Milano o Varese doveva percorrere strade tortuose e sconnesse, pensate per i carri e non per le vetture”. "Piero Puricelli era di Castronno, abitava nella villa di famiglia assieme al fratello; poi si sposò, ebbe un figlio e così nel 1911 si trasferì a Lomnago, comprando la settecentesca villa Manzi Fé, che da allora si chiama Villa Puricelli ed è stata trasformata in un'importante residenza sociosanitaria per anziani. 

Il tratto iniziale (o finale) dell'Autolaghi, allora incredibilmente vuota, nei pressi di Lainate. Sulla destra la sagoma inconfondibile dell'Autogrill
Il tratto iniziale (o finale) dell'Autolaghi, allora incredibilmente vuota, nei pressi di Lainate. Sulla destra la sagoma inconfondibile dell'Autogrill

Puricelli era l’unico del paese ad avere l’automobile e per andare ad Azzate e da lì in tram a Varese oppure a Milano, o a Gazzada per prendere il treno, impiegava ore e ore, perché le strade non erano adatte alla nascente viabilità automobilistica. Le strade di allora erano tortuose, salivano e scendevano. C’era una legge regia che diceva che le strade dovessero toccare tutti i paesi, i cascinali, perciò esse erano in pratica i vecchi sentieri appena un po’ allargati per far passare i carri. Percorrerle con l’automobile non era facile.  

L’idea geniale 

Allora Puricelli ebbe un’idea, oggi forse banale, ma allora geniale: mise una bandierina a Bodio Lomnago, una ad Azzate e tirò una linea dritta. Questo primo tracciato fu l'intuizione da cui poi nacque la Milano-Varese. Iniziò i lavori nell’ottobre del 1920 e li terminò nell’ottobre del 1921. Nacque così la prima strada bituminata d’Italia, lunga 3,5 chilometri. Fu un’avventura: era tutto da inventare — l’organizzazione del lavoro, l’afflusso dei materiali, come far arrivare il pietrisco, le betoniere… Organizzò tutto dal nulla, non essendoci esperienze simili. 

Ingorgo sull’Autolaghi. Oggi la Milano-Varese è vittima del suo successo: un'arteria insostiuibile per i collegamenti con Alto Milanese, Varesotto, Svizzera e Malpensa
Ingorgo sull’Autolaghi. Oggi la Milano-Varese è vittima del suo successo: un'arteria insostiuibile per i collegamenti con Alto Milanese, Varesotto, Svizzera e Malpensa

L’intuizione del pedaggio 

La strada costò 135 mila lire, che sarebbero dovute arrivare da finanziatori esterni, ma alla fine la pagò tutta Puricelli. A lui interessava realizzarla non solo per spostarsi con l’auto, ma anche come prova della futura autostrada Milano-Varese. Quella che chiamiamo Autolaghi sarebbe dovuta costare 75 milioni, che a consuntivo divennero 90. Per coprire i costi ebbe un’altra idea innovativa: disse allo Stato: “Non mi dai una lira, io faccio un azionariato, metto un pedaggio e mi concedi una concessione di 50 anni. Così, attraverso il pedaggio, poco alla volta rientro dai costi, perché chiaramente non ho i 90 milioni che sono costati gli 85 chilometri di autostrada”. 

La complessa realizzazione di un cavalcavia: rettilinei,  assenza d'incroci e ampie curve erano i punti fermi dell'autostrada concepita da Puricelli
La complessa realizzazione di un cavalcavia: rettilinei, assenza d'incroci e ampie curve erano i punti fermi dell'autostrada concepita da Puricelli

Per il tracciato applicò lo stesso metodo della strada di Lomnago: mise una bandierina a Gallarate, una a Milano e tracciò una linea; poi una bandierina a Varese e tirò un'altra linea. L’unica curva della strada, che ancora oggi esiste, è quella di Gallarate; da Milano a lì, forse non ce ne accorgiamo, ma non si gira mai il volante. Lo stesso per la bretella di Como: da Lainate, un altro tratto diritto e così per Vergiate. Con tre segmenti di retta progettò l'intera autostrada. Ora non restava che realizzarla… 

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Un volano per il turismo 

L’impresa non fu semplice: bisognava costruire tutti i sovrappassi e sottopassi; la strada doveva restare in piano, quindi servivano sbancamenti e bisognava superare tutti i paesi. Saltò Gallarate, Busto, Rho, Saronno e gli altri, e anche allora gli dissero: “Ma come, tu fai una strada e poi mi salti!”. “Certo — rispose — ma vi dò la possibilità di entrare con una viabilità minore in autostrada e poi arrivare in un attimo a Milano”. Così creò sviluppo: se ne avvantaggiò l’industria, ma anche il turismo, perché collegò Milano ai laghi. 

L'Autolaghi può anche vantare il più iconico e famoso Autogrill d'Italia, l'Autogrill Pavesi realizzato nel 1959 su progetto dell'architetto Angelo Bianchetti
L'Autolaghi può anche vantare il più iconico e famoso Autogrill d'Italia, l'Autogrill Pavesi realizzato nel 1959 su progetto dell'architetto Angelo Bianchetti

La rassegna di foto storiche 

L’evento del 21 settembre ha il patrocinio del Comune di Gazzata Schianno e il sostegno della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate. “Valorizzare le radici e la capacità di innovare che hanno reso possibile un’opera come la Milano-Varese significa dare continuità a quello spirito di sviluppo e coesione che la nostra Bcc sostiene ogni giorno a favore della comunità”, ha dichiarato Andrea Rinaldi, consigliere della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, banca sponsor e sostenitrice dell’iniziativa. “Si è trattato di un’opera storica talmente importante che ha cambiato il volto dei nostri territori. Celebrare in questa importante ricorrenza l’ingegno e la lungimiranza di Piero Puricelli è doveroso”.

L’appuntamento rientra in una settimana di iniziative dedicate al genio di Piero Puricelli: fino al 21 settembre, negli orari di apertura degli uffici comunali, Villa De Strens ospita una mostra di fotografie storiche, con immagini inedite della costruzione dell’autostrada Milano–Varese. L’esposizione è stata curata dall’associazione fotografica Arcobaleno di Castronno, che ha ottenuto delle foto inedite dalla ditta Gabri, una delle aziende che hanno lavorato al cantiere dell'autostrada.