ANDREA SPINELLI
Eventi e fiere

Parco della Musica, nuova casa dei live. Con The Who all’ultima, gloriosa recita

L’idea di spettacoli da seduto per attirare artisti che d’estate a Milano non vengono

Roger Daltrey e Pete Townshend il 22 luglio saranno sul palco del nuovo crocevia musicale milanese

Roger Daltrey e Pete Townshend il 22 luglio saranno sul palco del nuovo crocevia musicale milanese

Nuove avventure dal mondo del live. È quel sottile senso di nostalgia evocato da una parola usata e abusata nelle cose della musica come “farewell” ad incombere sulla prima edizione del Parco della Musica, in programma dal 18 giugno al 30 luglio al Parco Forlanini, dopo la scelta fatta dagli Who di varare in Italia il loro tour d’addio.

Il 20 luglio, infatti, Roger Daltrey e Pete Townshend saranno a Piazzola sul Brenta mentre il 22 proprio sul palco del nuovo crocevia musicale milanese, che si ritrova così sotto ai riflettori fin dalla prima edizione.

Calendari alla mano, ci si accorge che in sessant’anni abbondanti d’attività la band londinese ha suonato in città solo altre due volte, nel ’67 al Palalido e nel 2016 al Forum, particolare che conferisce a questa rentrée i connotati dell’evento, anche per il carattere definitivo che il concerto di si porta dietro, ultima chiamata per quella generazione cresciuta nel segno di “Baba O’Riley”, “Won’t get fooled again”, “See me, feel me”, “Substitute”, “I can see for miles”, “The kids are alright”, “Who are you” e tutte le altre.

Un “Farewell Tour” The Who l’avevano già messo in strada nell’82, ma la separazione aveva retto solo sette anni.

Oggi che sommano 161 anni in due, però, le cose stanno diversamente, come sottolineato dallo stesso Townshend in un’intervista al Sunday People in cui sottolinea che la band è "andata avanti un po’ troppo a lungo", sopravvivendo alla scomparsa di due membri (Keith Moon e John Entwistle) e mettendogli a volte addosso la sensazione "di sferzare un cavallo morto".

Parole accolte da Daltrey con scarso entusiasmo, come si evince dalla piccata replica a mezzo stampa. "Ad 81 anni, non mi va di andare in tour con qualcuno che non ci crede".

Scaramucce rientrate, però, al momento d’imbarcarsi in questo giro d’onore dal titolo perentorio (“The Song Is Over”, la canzone è finita) accantonando pure alle scintille alimentate dal litigio in scena dello stesso Daltrey col batterista che ha accompagnato la band in quest’ultimo trentennio, Zak Starkey, figlio di Ringo Starr, licenziato, riassunto, e infine sostituito con Scott Devours, membro abituale della formazione che accompagna lo stesso Roger nei suoi concerti solisti. Screzi a parte, se il ritorno dell’epopea Who è l’avvenimento cerchiato in rosso sul cartellone della nuova area concerti di Segrate, concepita su una superficie di 70 mila metri quadrati, il resto degli appuntamenti ne conforta le ambizioni come sottolineano le presenze in cartellone dei Massive Attack il 18 giugno, della superstar portoricana Ozuna il 20, dei Nine Inch Nails di Trent Reznor il 24, di Kool & The Gang il 29, dei Blonde Redhead il 30, dei De La Soul il 2 luglio, di Willie Peyote il 10, degli Smashing Pumpkins il 30.

"Rispetto agli altri festival presenti nell’area metropolitana di Milano, l’intento del Parco della Musica è quella di sviluppare l’idea dello spettacolo seduto, andando incontro alle richieste di un segmento di pubblico anche diverso rispetto a quello che affolla i concerti d’estate", aveva precisato Gualtiero Sabatini, manager in Emilia dell’Unipol Arena di Casalecchio e del Sequoie Music Park di Bologna, ma anche responsabile del progetto Parco della Musica Milano, presentando la rassegna. "Una scelta ben accolta dagli altri organizzatori con cui intratteniamo, Live Nation in testa, rapporti ottimi. Alcuni di loro ci hanno pure dato una mano ad organizzare questa edizione zero fornendoci contenuti importanti. Il nostro obiettivo, infatti, è quello di puntare su artisti che di solito in estate a Milano non vengono per l’assenza di luoghi all’aperto capienti ma con pubblico seduto". Innovazioni pure nella gestione dell’area “food & beverage” presente al Parco della Musica. "Per i servizi di ristorazione niente token, ma casse automatiche per pagamenti digitali” promette Sabatini. "Questo per eliminare le code e far pagare alla clientela solo quel che consuma effettivamente".

An.Spi.