
Marco Mengoni, 36 anni, una delle voci più belle e potenti della musica italiana
"Per il nuovo tour negli stadi ho deciso di affrontare una sfida ambiziosa e un po’ audace", anticipa Marco Mengoni parlando dello show con cui sbarca il 13 e 14 luglio a San Siro per chiudere l’estate in musica del “Meazza”. "L’idea è, infatti, quella d’immergere il pop nell’opera perché, come dico da sempre, mi sento orgogliosamente un cantante popolare. Tant’è che ho curato personalmente ogni dettaglio dello spettacolo: dalla scaletta alle luci, dal design della produzione a quello dei costumi. Insomma, sono presentissimo nel progetto e spero che tutto questo arrivi al pubblico". Ovviamente suo pure il concept dello show, incentrato sull’idea di ricostruzione. Esteriore e interiore.
"Dopo ogni crollo si ricomincia, magari camminando tra le rovine in cerca di qualcosa di caro da cui iniziare l’opera; scavare, rimuovere ciò che è superfluo, rimettere in ordine ciò che resta e ripartire da lì. D’altronde sono una persona con un vissuto che a volte va pure urlato e condiviso con gli altri. Oggi che la condivisione non è più una priorità, mi vien da dire che un atteggiamento del genere può apparire anche un po’rivoluzionario. Concepito in più sezioni, il live racconta proprio questo processo, questo flusso. Non mancheranno momenti di riflessione, perché poter far arrivare al mio pubblico messaggi importanti, in cui credo, è parte del mio essere ‘umano’. Ovviamente lo faccio a modo mio, con umiltà e gentilezza, senza imporre giudizi". Musica ovviamente al centro, grazie anche alla presenza sul palco di 13 musicisti e di nuovi arrangiamenti curati, “ça va sans dire”, da lui stesso.
"Offrire nuove vesti alla mia musica è un lavoro molto impegnativo a cui tengo, però, tantissimo perché consente di raccontarmi così come sono oggi". In scaletta pure il singolo estivo (con ospite) in uscita fra qualche giorno, che segue quella “Mandare tutto all’aria” scritta con Calcutta, Davide Petrella e Andrea Suriani arrivata in radio a fine novembre. L’autunno, invece, l’idolo di Ronciglione lo passerà nelle arene con la tranche europea di questo tour, al via il 19 novembre da Ginevra. Prima, però, i grandi bagni di folla degli stadi.
"Quello del ‘Meazza’ non è solo un palco gigantesco, ma il simbolo di un’energia che fa ormai parte della mia carriera e della mia vita – dice –. Non posso scordare che ho debuttato nei grandi spazi proprio tra quegli spalti, preso per mano, sostenuto, abbracciato, dal pubblico nella condivisione di una lunga emozione che alla fine m’ha strappato pure qualche lacrima di gratitudine. Ecco perché oggi Milano è per me pure un luogo del cuore in cui penso di aver trovato una mia dimensione".
Andrea Spinelli