
Cesare Cremonini, 45 anni
"Gli stadi sono qualcosa che mi sono sudato e sono arrivati nel momento giusto, adesso che posso suonarci portandoci tutto il mio percorso", assicura Cesare Cremonini parlando della doppia rentrée al “Meazza” del 15 e 16 giugno. L’ultimo album “Alaska Baby”, pur senza fare sfracelli (ma arrivando comunque al disco di platino), l’ha rimesso in carreggiata dopo il passo falso del predecessore “La ragazza del futuro” grazie al successo radiofonico del singolo “Ora che non ho più te”, mandando praticamente esaurita questa nuova avventura live già a marzo. L’uscita ad aprile del “tête-à-tête” con Elisa “Nonostante tutto”, remixato pure da grandi nomi del clubbing mondiale come Joseph Capriati, Indira Paganotto e Seth Troxler nel vinile “What the fuck is going on?!” (in uscita il 20 giugno, ma già disponibile sulle piattaforme), ha mantenuto alte le quotazioni del ragazzo con le ali sotto ai piedi e del suo kolossal da grandi spazi. “Nonostante tutto” farà ritrovare Cesare e l’elfo di Monfalcone sui palchi così come gli accadrà con Carboni (hanno già provato il duetto di “San Luca” nei giorni scorsi a Bologna durante la messa a punto musicale dello show, montato poi a Lignano dove l’8 giugno è prevista la data zero). "Quando ho iniziato a fare musica la prima cosa che ho pensato è: già diventare importante a Bologna vuol dire essere in Champions League, perché c’erano Lucio Dalla, Luca Carboni, Samuele Bersani, tanti artisti emiliani da Zucchero a Vasco Rossi, è un terreno di gioco gigantesco" ha spiegato a Gianluca Gazzoli nel format “BSMT on the map”.
"Le canzoni sono metà dell’opera, non sono tutto. Tu sei metà dell’opera, il pubblico arriva, riceve la canzone che gli porti e la completa con la sua vita". Tutto, assicura, provando ad alzare costantemente il livello. "Ogni canzone che scrivo, ogni spettacolo che creo è qualche metro in là rispetto a quello che pensavo fosse il confine del mio possibile". Dal vivo a sostenere questa sfida ci pensa, ovviamente, l’impatto palco, per il quale il cantautore bolognese stavolta s’è rivolto allo staff del NorthHouse di Londra, lo studio creativo già al fianco di Coldplay, Beyonce, Bruno Mars, oltre ad aver collaborato alla realizzazione di eventi come lo spettacolo dell’half-time del SuperBowl 2015, il giubileo di platino della regina Elisabetta II e il concerto per l’incoronazione di re Carlo. Insomma, un pool di professionisti in linea con le ambizioni sue e dello show.