
L'Alta via della Valmalenco compie 50 anni
Chiesa in Valmalenco, 13 agosto 2025 – L’Alta Via della Valmalenco spegne le sue prime 50 candeline. Il cinquantesimo compleanno, si sa, è un traguardo importante e l’Alta Via della Valmalenco, uno degli itinerari di trekking più belli dell’arco alpino, ci arriva in splendida forma. È un percorso alpino, tra i gruppi del Bernina, Disgrazia e Scalino, suddiviso, idealmente, in 8 tappe per oltre 100 chilometri. E tutto il cammino si svolge oltre i 2000 metri di quota, toccando 11 rifugi. Una meraviglia.
La nascita dell'Alta Via
Ma quando è nata l’idea di tracciare l’Alta Via? L’abbiamo chiesto al professor Giancarlo Corbellini, uno degli ideatori. “L’idea è venuta a me e a Nemo Canetta quando, nel lontano 1972, eravamo responsabili del Museo della Valmalenco, il primo museo storico, etnografico e naturalistico di valle italiano, fondato assieme all’allora geometra comunale Giancarlo Carrara e a Silvio Gaggi. L’idea era quella di creare un museo all’aperto (oggi si direbbe un eco-museo), grazie ad un itinerario circolare che collegasse fra loro le località di maggiore interesse culturale e ambientale. Due anni di lavoro per identificare il tracciato e per segnalarlo manualmente con frecce gialle col contributo ovviamente volontario di amici. Il tutto con una spesa complessiva per vernici, pennelli, trasporti e rimborsi di meno di un milione delle vecchie lire: circa 550 euro di oggi! L’inaugurazione avvenne nell’estate del 1975 con i primi gruppi organizzati di escursionisti”.
Struttura e percorso dell'Alta Via
Come è strutturata l’Alta Via? “È un percorso d’alta quota che si sviluppa alle pendici dei gruppi del Disgrazia, del Bernina e del Pizzo Scalino e raccorda fra loro i più importanti rifugi della valle con partenza e arrivo a Torre. Si sviluppa per 110 km ed è articolata in otto tappe effettuabili in altrettanti giorni di marcia. Il pernottamento è previsto nei rifugi tranne che a Chiareggio. Per la lunghezza delle tappe e i dislivelli si richiede un minimo di allenamento, di esperienza di montagna e una attrezzatura adeguata. Il motto era infatti quello di camminare per conoscere. Oggi l’Alta Via è parte integrante del Sentiero Italia”.