
La giornata di festa al Passo dello Stelvio con un clima dal sapore autunnale
Bormio – Una grande festa per celebrare al meglio i 200 anni della strada dello Stelvio. Una delle salite leggendarie e iconiche del mondo del ciclismo, spesso cima Coppi del Giro d’Italia, ha spento ieri idealmente le prime 200 candeline e lo ha fatto in maniera sontuosa con una serie di appuntamenti quali sfilate di carrozze trainate da cavalli, esibizioni di bande provenienti dai due lati del passo: quello Lombardo e quello Altoatesino. In verità le manifestazioni per omaggiare questa grande opera ingegneristica, frutto del talento e della visione di Carlo Donegani, sono iniziate tempo fa e proseguiranno poi con altri appuntamenti tra i quali la Re Stelvio Mapei del prossimo 13 luglio, aperta a ciclisti e podisti, e la tappa dell’Enjoy Stelvio Valtellina del 30 agosto con la chiusura del traffico veicolare e spazio agli amanti della bici e ai podisti. La strada del Passo dello Stelvio con i suoi mitici tornanti (48 sul versante altoatesino e 34 su quello valtellinese) si inerpica fino ai 2758 metri di altitudine e questo bicentenario racconta la storia di un’opera ingegneristica straordinaria (soprattutto per l’epoca) fortemente voluta dagli austriaci per collegare direttamente Milano alla Val Venosta e poi Vienna senza passare per la Svizzera. E così nacque questa arteria.
"Il passo dello Stelvio è molto importante per Bormio – dice il sindaco bormino Silvia Cavazzi – e la partecipazione odierna (ieri per chi legge ndr) lo ha dimostrato in pieno. Ringraziamo tutti quanti si sono prodigati per la riuscita della giornata, i cori e le bande presenti, tutte le scuole sci storiche, le famiglie Berbenni e Sertorelli. Le manifestazioni sono state il frutto della collaborazione con la Val Venosta e la Val Mustair con le quali abbiamo lavorato benissimo. D’altronde il passo è sinonimo di collegamento e condivisione tra le aree. Come ho detto nel mio discorso, in questa giornata di festeggiamenti non possiamo non avere un pensiero e trasmettere la nostra vicinanza alla popolazione della Valdisotto, soprattutto a quelle persone che sono ancora fuori casa e che non vivono momenti felici".
Fulvio D’Eri