
Teatro dell’intervento l’impianto Enel del Lago Inferno, in alta Val Gerola: Croce Rossa con Cnsas
GEROLA
Portare aiuto in situazioni di estrema urgenza non si improvvisa, farlo in alta montagna è ancora più complesso e richiede una preparazione che si acquisisce e si affina soltanto "provando", affinando, così, le tecniche indispensabili e correggendo eventuali criticità nella catena del chi-fa-cosa. Ecco perché tanto importante si rivelano esercitazioni come quella che nei giorni scorsi ha visto insieme la VII Delegazione Valtellina - Valchiavenna del Cnsas - Corpo nazionale Soccorso alpino ed Enel Green Power ai 2.050 metri della monumentale diga del Lago Inferno, in alta Val Gerola. L’impianto, con la propria struttura costituita da elementi verticali e cavi, rappresenta un ambiente ideale per cimentarsi in tecniche di recupero complesse che potranno essere d’aiuto in caso d’infortuni a residenti o turisti che soprattutto nei mesi estivi sono quasi all’ordine del giorno. "Si tratta di un ottimo lavoro di squadra per la crescita professionale dei vari soggetti coinvolti - conferma Davide Cavalli, responsabile per Enel Green Power dell’Unità territoriale di Sondrio - e per il bene della comunità in cui operano". L’esercitazione consisteva nella simulazione di soccorso a una persona in difficoltà e ha visto la collaborazione del personale Enel Green Power, in particolare con il supporto del Responsabile servizio prevenzione e protezione (Rspp) Andrea Bongiolatti dell’Unità territoriale di Sondrio e Staff.
"Impianti come la diga del Lago Inferno sono molto diffusi sul nostro territorio e non sempre facili da raggiungere - sottolinea Valerio Rebai, responsabile VII Delegazione Valtellina - Valchiavenna del Cnsas - quindi queste occasioni sono fondamentali per testare l’efficacia del nostro intervento anche su scenari singolari, che non si affrontano abitualmente. Un ringraziamento a Enel Green Power e Croce rossa per la collaborazione".
"Senz’altro un momento importante per la reciproca crescita e addestramento" ha concluso Walter Andreini, Croce rossa italiana.
Sara Baldini