Sergio Lotti corre la maratona di Gerusalemme dopo aver donato un rene

Ardenno, il 63enne ha in programma la partecipazione ad altri eventi internazionali per promuovere le donazioni di organi da viventi

Sergio Lotti, 63 anni, residente ad Ardenno, all’arrivo alla maratona di Gerusalemme

Sergio Lotti, 63 anni, residente ad Ardenno, all’arrivo alla maratona di Gerusalemme

Ardenno (Sondrio) – Il 4 marzo di tre anni fa donò il rene destro al nipote Marco, imprenditore di Rimini, il quale da qualche tempo stava gradualmente peggiorando il suo stato di salute, e l’altro giorno Sergio Lotti, oggi 63enne, residenza ad Ardenno, in Valtellina, ha corso la maratona di Gerusalemme (al via circa 10mila iscritti da tutto il mondo) con un preciso scopo.

“La volontà - spiega Lotti che annuncia che, nell’arco di pochi anni, conta di trasferirsi in via definitiva in Israele - è quella di sensibilizzare, a livello internazionale, l’importanza della donazione da viventi, per salvare più vite umane possibili".

Ma prima di partecipare alla kermesse di 42 chilometri e portarla regolarmente a termine, il valtellinese si è sottoposto ad accurati controlli ad opera dello staff del professor Luigino Boschiero dell’Azienda universitaria ospedaliera di Verona, dove il 4 marzo 2020 venne sottoposto a espianto e dove il parente ricevette, a sua volta, il suo dono tanto importante per la salute.

"Sto bene, ma non bisogna mai sottovalutare i rischi derivanti da un importante impegno sportivo - spiega l’ardennese, a lungo guardia giurata di professione sul territorio - e quindi è meglio verificare che tutto funzioni al meglio, a livello di corpo umano e per questo motivo ringrazio il professor Boschiero e la sua squadra per gli accurati test. E così è stato. Venerdì ero al via, allo starter delle 6.45 con migliaia di altri sportivi, e i primi 21 chilometri li ho percorsi in poco più di tre ore. Ma il tempo non conta. Importante è che tanti abbiano visto anche la mia maglietta che incoraggia tutti ad avere la sensibilità di donare un organo da vivo. Se anche una sola vita si potrà salvare grazie a questa mia iniziativa, riterrò di avere vinto".

Con l’Arti, Associazione reni trapiantati italiana, Lotti è anche impegnato a raccogliere fondi da assegnare al Centro trapianti di Verona, per l’acquisto di nuovi macchinari e strumenti utili all’assistenza dei malati bisognosi di un trapianto. "Oggi mio nipote Marco ha 37 anni e sta bene - ricorda Lotti - e grazie al rene ricevuto ha potuto riavere una vita normale e riprendere al meglio la sua attività imprenditoriale, divenendo padre di uno splendido bambino che ha 14 mesi. La mia partecipazione all’evento di Gerusalemme è stata resa possibile anche dall’aiuto ricevuto dall’Ufficio nazionale del Turismo israeliano di Milano, con il quale stiamo creando un Cammino là, sulla scia del Cammino di Santiago o della via Franchigena in Italia, e dall’Ambasciata israeliana di Roma. Se ci fossero sponsorizzazioni altri potrebbero affiancarmi in questa battaglia per la vita. Dal 6 maggio al 13 completerò il Cammino di Santiago de Compostela, ossia una lunga camminata da Santiago a Finisterre sull’oceano Atlantico, mentre a fine novembre intendo partecipare alla mezza maratona di Eliat, sul mar Rosso".