Gli atleti hanno paura dell’orso, la nazionale svizzera di Orienteering non viene in Italia

Disdetta una prenotazione effettuata all’interno di una residenza trentina: “Non osiamo correre nei boschi della zona, dopo il micidiale attacco”

Un orso

Un orso

SFRUZ (Trento) – L’orso fa paura e così la nazionale giovanile svizzera di orienteering disdice il ritiro già programmato da tempo in Trentino. Il dibattito sul destino dei plantigradi, presenti sempre più in maniera massiccia in montagna, è aperto da tempo ma è diventato di stretta attualità dopo la morte del 26enne runner Andrea Papi, aggredito e ucciso da un orso ad inizio aprile. Mentre le autorità non hanno ancora deciso il da farsi, cominciano le prime ripercussioni a livello turistico.

La disdetta

La federazione svizzera di Orienteering, specialità sportiva che prevede la corsa nei prati e nei boschi e quindi nell’habitat dell’orso, ha comunicato di non voler più raggiungere il Trentino per paura dell’orso.

La disdetta è giunta nei giorni scorsi alla residenza Casa Camillo di Sfruz dove gli elvetici avevano deciso di effettuare un ritiro della squadra giovanile in vista dei prossimi impegni agonistici.

Il comunicato dei dirigenti svizzeri è chiarissimo. “Dopo lunghissime riflessioni e chiarimenti, abbiamo deciso che non osiamo fare orienteering in Trentino al momento, dopo questo micidiale attacco con l’orso. La decisione è stata incredibilmente difficile per noi, ma la situazione ci sembra davvero troppo incerta e la pressione dei genitori per annullare è aumentata in modo significativo. Proprio perché stiamo correndo nel bosco e non sappiamo come si svilupperà la caccia, abbiamo deciso a malincuore di annullare”. Punto.

Il danno

Un bel danno per il signor Camillo Schwarz, gestore della struttura, che si è vista annullare la prenotazione per 45 persone ma anche per tutto l’indotto. E in Trentino Alto Adige hanno paura che quella della federazione elvetica di Orienteering sia solo la prima di una più o meno lunga serie di disdette di chi ha paura di camminare in montagna e di ritrovarsi davanti un orso. Un problema che va risolto, alla svelta.