FULVIO DOMENICO D'ERI
Cronaca

Dubbi sulla “corona degli ottomila“ di Marco Confortola

La conquista degli Ottomila di Marco Confortola finisce sotto la lente. Appena rientrato dal Pakistan dopo aver salito il...

Marco Confortola sulla vetta del Gasherbrum I in Pakistan L’alpinista ha annunciato la “conquista“ di tutti gli ottomila

Marco Confortola sulla vetta del Gasherbrum I in Pakistan L’alpinista ha annunciato la “conquista“ di tutti gli ottomila

La conquista degli Ottomila di Marco Confortola finisce sotto la lente. Appena rientrato dal Pakistan dopo aver salito il Gasherbrum I, lo scalatore di Valfurva, ha annunciato anche la fine della corsa sulle 14 cime. "Missione compiuta, ho scalato tutte le montagne più alte della terra senza ossigeno", ha annunciato l’alpinista e guida alpina celebrato anche dal Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana che subito ha rilanciato il successo con un post. Dopo qualche giorno spuntano le prime ombre sul percorso che avrebbe portato lo scalatore valtellinese a salire le montagne più alte della terra. In particolare è il Cai, attraverso il portale della sua storica rivista “Lo Scarpone“ a sollevare dubbi in merito alla “conquista“ di Confortola, facendo parlare alcuni alpinisti fuoriclasse dell’alta quota, attraverso una serie di interventi raccolti da Guido Sassi, che testimoniano come in effetti su alcune cime dichiarate non ci sia alcuna certezza. In particolare la salita al Nanga Parbat (lo stesso Confortola aveva raccontato la rinuncia sulla sua pagina Facebook), la salita dell’Annapurna nel 2006 e il Kangchenjunga nel 2022. Il presidente generale del Cai, Antonio Montani, ha commentato così la vicenda sul portale dello “Scarpone“: "Premetto che la corsa agli Ottomila è finita da diversi decenni e non ha più alcun senso. Come Club Alpino Italiano vogliamo confidare nella lealtà di chi pratica questa disciplina, che ha forti connotazioni ideali, come è l’alpinismo, nell’attestare sempre la veridicità di quello che accade. È importante che chi affronta imprese così impegnative lo faccia non solo con coraggio, ma anche con senso di responsabilità verso la comunità alpinistica, nel rispetto della verità e della trasparenza. Solo così si preservano i valori profondi che rendono l’alpinismo una pratica culturale, etica e non solo sportiva". F.Ma.