
Stasera e domani live a San Siro: "Dopo ogni crollo si ricomincia, magari camminando tra le rovine"
Era già tutto deciso. E quando a settembre il cielo gli è caduto addosso Marco Mengoni non se l’è sentita di fermare la macchina organizzativa che gli girava attorno. Così, anche se l’addio a mamma Nadia - la sua “Luce”, il riferimento familiare a cui aveva mandato il primo pensiero dopo la vittoria di “Due vite” a Sanremo (“dedico questo Festival alla donna che mi ha messo al mondo”) - l’ha precipitato nella notte, eccolo oggi e domani di nuovo al “Meazza” con un kolossal da stadio che è un viaggio dentro sé stesso.
"Perché dalle macerie si ricostruisce una città di cristallo che non so dove proietterà me e la società in cui viviamo" racconta lui. "Ecco perché con Giovanni Pallotti abbiamo scelto di utilizzare nella narrazione di questo mio nuovo spettacolo per i grandi spazi i canoni della tragedia greca. Sia chiaro, però, che non ho utilizzato la struttura teatrale per infilarci dentro il mio repertorio tout court, ma solo i brani compatibili con la storia che andiamo a dipanare nel tentativo di accompagnare per mano lo spettatore in un preciso percorso emotivo. L’idea è, infatti, quella immergere il pop nell’opera perché, come dico da sempre, mi sento con orgoglio un cantante popolare. Insomma, un progetto che mi sono scritto addosso nella speranza che tutto questo arrivi al pubblico. Dopo ogni crollo si ricomincia, magari camminando tra le rovine in cerca di qualcosa di caro da cui iniziare la ripartenza".
Concepito in più sezioni, il live racconta proprio questo processo, questo flusso. "Non mancano momenti di riflessione, perché poter far arrivare al mio pubblico messaggi importanti, in cui credo profondamente, è parte del mio essere umano". Sul palco presenti 13 musicisti, nuovi arrangiamenti curati da Marco stesso. Tutto in una girandola di citazioni che vanno da “Black hole sun” dei Soundgarden ne “La valle dei re” a “Mi fido di te” di Jovanotti in “Hola”, da “Amarsi un po’” di Lucio Battisti in “Mandare tutto all’aria” ad “Ordinary world” dei Duran Duran ne “L’essenziale”.
In scaletta pure “Sto bene al mare” il lieve, lievissimo (nonostante qualche cenno a “cosa succede all’altra parte del mare?”) singolo estivo con Rkomi e Sayf, relegato nel bis. L’autunno, invece, l’idolo di Ronciglione lo passerà nei palazzi dello sport con la tranche indoor di questo tour attesa pure al Forum di Assago il 12, 13 e 15 ottobre. "Ci ho messo 13 anni a fare il primo stadio" racconta Mengoni a proposito del no pronunciato ai tempi dell’album “Atlantico” all’ipotesi di compiere il grande passo. "Penso sia stata anche una forma di rispetto nei confronti del mio pubblico, perché prima di affrontare gli spalti volevo avere in mano tutti gli strumenti necessari per arrivarci bene. E soprattutto arrivarci da grande".
Andrea Spinelli