
È capace di intendere e volere e, se il giudice condividerà le conclusioni del perito, andrà a processo Fabio Molinari...
È capace di intendere e volere e, se il giudice condividerà le conclusioni del perito, andrà a processo Fabio Molinari (nella foto), l’ex dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Sondrio. È scritto nella perizia della dottoressa Rossana Botti di Seregno, la psichiatra, psicoterapeuta e criminologa appunto nominata perito da Fabio Giorgi, giudice per le udienze preliminari. L’imputato aveva nominato come perito lo psichiatra Mario Ballantini, mentre l’avvocato di parte civile Valeria Morales Sosa il dottor Maurizio Robustelli Della Cuna, medico legale che da anni esercita nell’ambito della psichiatria forense e che si è detto concorde con la dottoressa Botti, che ha ravvisato il disturbo narcisistico del Molinari alla base sì delle sue condotte fraudolente, ma lo ha ritenuto comunque capace e responsabile delle proprie azioni, portate avanti con lucidità e con l’obiettivo preciso di alimentare la voglia di avere un vero e proprio potere sui sottoposti e poter vantare al contempo amicizie "ai piani alti", Vaticano in primis. Cercava di avere buoni rapporti con i presidi, ma arrivava a minacciare professori e amministrativi che non esaudivano le sue richieste. Collezionava onorificenze. Un capitolo a parte, poi, merita il chiacchierato rapporto con i ragazzi – neppure tutti maggiorenni – conosciuti anche su internet di cui amava circondarsi sia nell’ufficio "presidenziale" dell’Ust di via Donegani, sia a casa propria dove questi stavano anche a dormire.
Giovani prestanti che si occupavano di varie mansioni e lo accompagnavano anche in occasioni ufficiali. Dovevano essere di bell’aspetto, perché Molinari non ha mai negato di amare il bello in tutte le forme, ma anche devoti. Li "comprava" con borse di studio e li controllava: già all’onore delle cronache le richieste di acquistare peso in campo di denaro. Un dominus, insomma, che aveva scelto come propria cifra il bene dei più giovani, tanto che con orgoglio andava ripetendo che un sacerdote lo aveva addirittura definito "il novello Don Bosco". Va detto che questo disporre della scuola come se fosse cosa propria e di invadere anche i media con le sue iniziative per un certo periodo in Valtellina aveva trovato terreno fertile e ciò senz’altro non ha che aumentato in Molinari il sentimento di poter "fare e disfare" a proprio piacimento. Almeno sino ai dettagliati esposti che hanno letteralmente scoperchiato il sistema Molinari, dando avvio all’inchiesta che tradotta in numeri parla di 168 capi di imputazione, 108 parti offese e 33 imputati a vario titolo chiamati a rispondere di peculato, concussione, turbata libertà degli incanti, induzione indebita e dare o promettere utilità. Si tornerà in aula il 19 settembre , ma tutto fa pensare che i capitoli di questa brutta storia saranno ancora parecchi.
S.B.