ROBERTO CANALI
Cronaca

Sondrio, torna l’acqua potabile: scoperta la causa dell’impurità, mancano solo gli ultimi test

I valori anomali che avevano portato a imporre l’obbligo di bollitura dipendevano da impurità immesse nella rete idrica dalle forti piogge

Acqua del rubinetto (Archivio)

Acqua del rubinetto (Archivio)

Manca solo il risultato delle ultime analisi di laboratorio sui campioni prelevati nel corso del weekend sull’intera rete per consentire al sindaco Marco Scaramellini di revocare l’ordinanza, in vigore da venerdì, che vieta il consumo dell’acqua distribuita dalla rete pubblica sull’intero territorio cittadino se non previa bollitura.

La società Secam, che si occupa della gestione del Sistema idrico integrato della provincia di Sondrio, attraverso una serie di analisi sulle fonti ha individuato valori anomali alla sorgente di Morscenzo, a duemila metri di quota, una fonte che alimenta la parte Ovest della città. A provocarli, sono state le forti piogge che hanno portato nella rete alcune impurità. Anche se i valori erano alterati, non si è trattato di carcasse di animali com’era circolato sul web nelle ore successive all’ordinanza emessa dal Comune.

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Già venerdì è stata svuotata la grande vasca dell’acquedotto che viene alimentata anche da questa fonte e i tecnici sono intervenuti per la pulizia e la disinfezione. Nelle ultime 48 ore in rete è circolata acqua pulita, sulla base delle analisi compiute alla fonte. Adesso si attendono gli esiti dei prelievi effettuati nei punti di captazione della rete (fontanelle e uffici pubblici) prima di poter dare il via libera definitivo e decretare il ritorno alla normalità.

Nell’attesa in città è andata letteralmente a ruba l’acqua minerale, quasi sparita dagli scaffali dei supermercati e discount, presi d’assalto fin dalla giornata di venerdì, appena la notizia ha cominciato a diffondersi. Proprio sulla tempestività della comunicazione ha innescato una polemica il Pd, che accusa il sindaco Marco Scaramellini di aver scelto una modo sbagliato per diffondere la notizia che l’acqua era contaminata: la scelta di divulgare il messaggio via social e con i comunicati stampa, secondo il consigliere Pierluigi Morelli, non è stata efficace per gli anziani e per chi non utilizza gli smartphone né legge i giornali.

“A Triangia – si lamenta l’esponente dem – i vigili sono venuti ad affiggere i cartelli solo nella giornata di sabato, così in tanti inconsapevolmente hanno continuato a bere e utilizzare l’acqua per 24 ore dopo l’emanazione dell’ordinanza del Comune".