
Ospedale Sant'Anna di Como
Como, 5 febbraio 2025 – Avanza nella sanità lombarda una nuova figura che si occupa della comunicazione tra l'ospedale, il paziente e i familiari che attendono in ospedale. Al pronto soccorso dell'ospedale Sant'Anna di Como, dal mese di febbraio, verrà introdotta una figura dedicata a 'raffreddare' le tensioni in caso di lunghe attese. “Dall'11 febbraio per sette giorni alla settimana, dalle 7 alle 21 - e con l'obiettivo, nel corso dell'anno, di assicurare una presenza 24 ore su 24 - gli operatori saranno nella sala d'attesa dedicata ai pazienti, quella in corrispondenza del Triage (ossia l'area dove il paziente viene accolto e sulla base della valutazione della condizione clinica e del rischio evolutivo gli viene attribuito un numero corrispondente alla priorità di trattamento) – sottolinea in una nota l'Asst Lariana -. Non si tratta della prima volta: altri ospedali hanno già sperimentato l'introduzione di tale figura - tra i primi figurano a Milano il Niguarda, il San Paolo e il San Carlo - riscontrando risultati positivi sia sul fronte dei familiari che del personale sanitario".
Il delicato momento dell’attesa
''Quando si arriva in Pronto Soccorso i pazienti possono dover aspettare - osserva la dirigente della Dapss di Asst Lariana, Manuela Soncin - Un'attesa delicata che coinvolge spesso anche i familiari e i caregiver. Il Pronto Soccorso, del resto, è la struttura dedicata alla gestione dell'emergenza-urgenza ed è sempre il paziente più grave ad avere la priorità su tutti''. ''L'attesa - prosegue la dottoressa Soncin - è un periodo molto delicato e per questo è importante gestirla nel modo migliore. Se i parenti vengono informati costantemente sul percorso del paziente la si affronta meglio e lo stesso vale per il paziente che durante l'attesa ha tante necessità, dal caricare il telefono al poter parlare con i familiari. A queste necessità i medici e gli infermieri impegnati nelle visite e negli accertamenti non possono certamente fare fronte. Allo stesso tempo sono necessità che non si possono trascurare ed è doveroso che familiari e pazienti possano avere un punto di riferimento affidabile e rassicurante''.

Cosa faranno
Le informazioni sullo stato di salute, ovviamente, restano in capo al personale medico ma l'operatore potrà comunicare in maniera puntuale il percorso assistenziale; si coordinerà con i volontari dell'associazione A.Ma.Te presenti in pronto soccorso e con i servizi socio-assistenziali per eventuali necessità in caso di persone particolarmente fragili o prive di un adeguato contesto familiare/relazionale. ''Assicurare una comunicazione adeguata ed efficace ai pazienti e ai loro familiari - prosegue Soncin - avrà ricadute positive anche sul personale del Pronto Soccorso, oggi soggetto a distrazioni e stress per le continue richieste di informazioni''.
La riorganizzazione del pronto soccorso
Parallelamente alla presenza di questa nuova figura e alla costante informazione sullo stato di salute del proprio familiare che l'operatore assicurerà, l'accesso dei parenti all'interno degli spazi del Pronto Soccorso sarà riorganizzato. ''Anche ai fini di creare un ambiente più confortevole e meno caotico - osserva il direttore sanitario di Asst Lariana, la dottoressa Brunella Mazzei - gli ingressi dei parenti seguiranno lo stato di affollamento del Pronto Soccorso e la gravità della situazione del paziente. Queste regole, è evidente, non riguarderanno mai i pazienti strettamente dipendenti dai loro caregiver''. ''Ed è emblematica, quale attenzione al paziente, l'introduzione di questa figura l'11 febbraio, Giornata Mondiale del Malato'' conclude il direttore sanitario.