REDAZIONE SALUTE

In ospedale a Milano c’è un nuovo servizio di mediazione culturale: “Vicini ai più vulnerabili”

Fatebenefratelli Sacco, il progetto sperimentale del punta a migliorare l'assistenza e l'accoglienza della popolazione fragile, specialmente coloro che utilizzano il Pronto soccorso come unica via di accesso ai servizi sanitari o persone senza fissa dimora

Il nuovo servizio è attivo a Milano

Il nuovo servizio è attivo a Milano

Milano, 3 giugno 2025 – Quando si parla di salute e soprattutto di emergenze inerenti alla salute le difficoltà linguistiche e non solo possono rappresentare un ostacolo importante. Proprio con lo scopo di migliorare l'assistenza e l'accoglienza per la popolazione fragile (specialmente coloro che utilizzano il Pronto soccorso come unica via di accesso ai servizi sanitari o persone senza fissa dimora) è stato attivato all'ospedale Fatebenefratelli Sacco di Milano un nuovo servizio di mediazione culturale e orientamento socio-sanitario. "Al pronto soccorso del Fatebenefratelli accedono ogni anno oltre 55mila pazienti. In un contesto così delicato dove emergenza, urgenza ma anche sovraffollamento e difficoltà sociali spesso convivono, la presenza di un mediatore culturale risulta fondamentale per superare le barriere linguistiche, culturali e per poter aiutare i pazienti ad accedere al corretto percorso di cura", ha sottolineato Maria Grazia Colombo, Direttore Generale dell`ASST Fatebenefratelli Sacco.

Il progetto sperimentale 

Si tratta di un progetto sperimentale frutto della collaborazione tra Asst Fatebenefratelli Sacco, Comune di Milano, Fondazione Arca ed Emergency Ong Ets. A presentarlo direttamente nell'ospedale, oltre ai rappresentanti di Emergency, di Fondazione Arca e della struttura, c'erano anche gli assessori al Welfare della Regione Lombardia e del Comune di Milano, rispettivamente Guido Bertolaso e Lamberto Bertolè. "L'indicazione che abbiamo dato a livello regionale è che bisogna essere sempre presenti e vicini soprattutto a coloro i quali hanno problematiche di disagio, di abbandono, di solitudine e, più in generale, di vulnerabilità. Oggi compiamo un passo importante verso un modello di intervento integrato, basato sulla costruzione di relazioni di fiducia tra gli operatori sanitari, sociali e le persone che si trovano in queste condizioni" ha detto Bertolaso, sottolineando che il Fatebenefratelli "è un punto di riferimento che monitoriamo quotidianamente: quello che accade qui - ha concluso - poi succede anche nelle altre realtà della regione e per questo motivo la sperimentazione ci aiuterà proprio a capire come migliorare il servizio e a valutare come estenderla ad altri ospedali milanesi e lombardi". 

Come funziona

Il progetto si sviluppa su due linee di attività principali. Le persone, una volta effettuato l`accesso ai servizi di emergenza e urgenza e presa in carico dal medico del Pronto Soccorso in presenza di difficoltà legate all’inserimento al percorso di cura, a barriere linguistico-culturali, nonché a problemi amministrativi per l`inserimento nel Sistema Sanitario Nazionale e l`orientamento alle strutture sociosanitarie adeguate, vengono indirizzate al mediatore culturale di EMERGENCY presente in struttura.

Avvenuta la registrazione del paziente e sostenuto un primo colloquio conoscitivo per individuare le sue problematiche, l`operatore dell`ONG - se necessario - provvede a orientarlo verso i servizi esterni, indirizzandolo alla clinica mobile di EMERGENCY, presente a Milano in diversi quartieri della città, e lo avvia verso il corretto percorso di cura con il Servizio Sanitario Nazionale. Grazie alla collaborazione con la Casa di Comunità di via Farini, si integrano servizi come esenzioni, cambio di medico di base e rilascio del codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), eliminando ostacoli burocratici e facilitando l`accesso alle cure. Il presidio è attivo dal 24 marzo e sono stati già effettuati circa 90 interventi.

Le persone senza dimora, che accedono impropriamente al Pronto Soccorso, vengono segnalate dal Servizio Sociale Ospedaliero alle strutture di accoglienza temporanea del Centro Sammartini del Comune di Milano, con il quale la collaborazione è strutturata e attiva da molto tempo. Il Centro Sammartini garantisce un`accoglienza breve (5-7 giorni) per valutare la disponibilità delle persone accolte a partecipare a progetti di autonomia.

Nel contesto della coprogettazione del sistema a contrasto della grave marginalità sociale del Comune di Milano, Fondazione Progetto Arca, partner per gli interventi rivolti alle persone senza dimora con vulnerabilità di natura sanitaria, mette a disposizione 5 posti letto. Il servizio è attivo dal 19 maggio, l`impegno di tutti è di raccordarsi in un`ottica di condivisione delle risorse e rimodulazione degli interventi sperimentando attività che vanno oltre la singola prestazione.