Torna l’incubo della febbre del Nilo e Usutu virus. Positività scoperta in alcuni uccelli a Varese

La sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità rileva la presenza in diversi volatili in Lombardia

Il virus rilevato in alcuni uccelli e zan zare

Il virus rilevato in alcuni uccelli e zan zare

Brescia, 2 giugno 2023 – Inizia precocemente la stagione delle circolazione del West Nile Virus. La sorveglianza integrata, di West Nile e Usutu virus, avviata a maggio, ha già rilevato le positività in un pool di uccelli della specie bersaglio (cornacchia, gazza, ghiandaia) nella provincia di Varese, oltre che in un pool di zanzare a Catania, secondo il primo bollettino periodico della sorveglianza integrata del West Nile e Usutu virus, curato dal Dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità, Centro studi malattie esotiche dell’Istituto zooprofilattico sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, con il ministero della Salute. Lo scorso anno, da giugno a novembre, in Italia erano stati segnalati 588 casi confermati nell’uomo di cui 76 in Lombardia con 7 decessi (26 quelli in forma neuro-invasiva).

“Sebbene ad oggi non siano stati notificati casi confermati di infezione nell’uomo da virus West Nile contratti nei mesi di aprile e maggio 2023 – spiega l’ISS - è possibile che la circolazione di questo o di altri patogeni trasmessi da insetti possa aumentare nelle prossime settimane". Le emergenze idro-geologiche, come l’alluvione in Emilia Romagna, potrebbe contribuire ad accelerare la diffusione del virus tramite le zanzare.

Inondazioni , esondazioni ed alluvioni – prosegue l’Iss - sono associate all’aumento del rischio di alcune malattie infettive, incluse le arbovirosi trasmesse da zanzare, come il virus West Nile, endemico in Italia, e i virus dengue e chikungunya, che hanno dato luogo a focolai sporadici nel nostro paese". In assenza di un vaccino (allo studio), per il momento lo strumento preventivo contro la diffusione dell’infezione è la riduzione dell’esposizione a punture di zanzare. Già attivate le Ats.

“Su indicazione di Regione – spiega Fulgenzio Ferri, direttore del servizio Igiene sanità pubblica, salute-ambiente di Ats Brescia - abbiamo inviato ai Comuni una nota specifica che richiama l’importanza degli interventi preventivi di lotta alle zanzare, per evitare la arbovirosi. Stiamo ricevendo le prime ordinanza che indicano le precauzioni, quali evitare l’acqua stagnante nei sottovasi. Altro invito ai Comuni è di avviare interventi periodici di disinfestazione". Nel caso di segnalazione di positività, scattano le misure di secondo livello, con disinfestazioni nella zona di residenza di chi è positivo.

Difficile, però, riuscire ad incidere sulle abitudini delle persone rispetto a virus tipici di altre latitudini (Africa, Asia) "All’origine della diffusione anche nelle nostre zone – ricorda Ferri – c’è soprattutto la circolazione di persone e merci: sui bagagli, ad esempio, le zanzare possono sopravvivere a lungo". Stringente anche il controllo veterinario, volto ad individuare la precoce circolazione del virus. In Lombardia sono 43 le zone dove vengono localizzate le trappole, per raccogliere i vettori e poi conferiti all’Iszler.

“In Ats Brescia abbiamo 7 zone – evidenzia Claudia Nassuato, direttore f.f. Servizio sanità animale del dipartimento veterinario di Ats Brescia - . A giugno iniziamo le catture quindicinali, fino a che non si trovano delle positività. La sorveglianza viene fatta anche sugli equidi".