MANUELA MARZIANI
Cultura e Spettacoli

Le ferie al mare d'agosto, le scorribande in riva al Ticino, i giochi in cortile: ecco la vita dei pavesi nei filmini d’epoca degli anni ‘70

Fino al 26 giugno nelle strade di Pavia 120 manifesti con fotografie tratte dai filmini digitalizzati da “Cinescatti”. Grazie a un QR Code presente sarà possibile ammirare gli originali

Un primo, artigianale selfie realizzato davanti a uno specchio con una cinepresa tipica dell'epoca; il sorriso timido e un po' imbarazzato di una bambina

Un primo, artigianale selfie realizzato davanti a uno specchio con una cinepresa tipica dell'epoca; il sorriso timido e un po' imbarazzato di una bambina

Pavia, 14 giugno 2025 – Il Raid sul Ticino negli anni ‘70, due bimbe che raccolgono fiori con la nonna, la partenza per una vacanza, in auto perché “la mamma ha paura di volare”: è con queste immagini che Archivio Cinescatti mostra a Pavia i materiali filmici ritrovati sul territorio, grazie al progetto di recupero e digitalizzazione di vecchie pellicole amatoriali “Pavia raccontata dai tuoi film di famiglia”. 

In campagna a raccogliere fiori che... sono quasi più grossi delle stesse bambine
In campagna a raccogliere fiori che... sono quasi più grossi delle stesse bambine

Le date dell'iniziativa 

Da ieri, venerdì 13 a giovedì 26 giugno saranno affissi in città 120 manifesti con fotografie tratte dai filmini in pellicola, girati dai pavesi tra inizio ‘900 e anni ‘80, e QR Code per vedere i filmati originali su smartphone. A incorniciare le fotografie, frasi pensate dagli studenti dell’Università di Pavia, del corso “Scritture e progetti per le arti visive e performative” che hanno svolto un tirocinio lavorando sui filmati con le archiviste di Cinescatti, ragionando sul linguaggio filmico delle pellicole, sui collegamenti tra passato e presente e su ricordi ed emozioni personali che i filmati hanno risvegliato in loro. 

L’Archivio Cinescatti 

Sono state quasi 450 le vecchie bobine ritrovate dai pavesi, oltre 80 ore di girato, consegnate nel novembre scorso ad Archivio Cinescatti di Lab 80 film di Bergamo, archivio regionale per il recupero e la valorizzazione dei ‘film di famiglia’ (home movies): sono state digitalizzate e restituite ai ‘donatori’ con copia digitale gratuita.  

Sull'altalena sorridenti davanti alla cinepresa di papà (o della mamma?)
Sull'altalena sorridenti davanti alla cinepresa di papà (o della mamma?)

Il progetto  

“Cinescatti: Pavia raccontata dai tuoi film di famiglia” è stato realizzato in collaborazione con il Comune e l’Università di Pavia, con il supporto di Fondazione Monte di Lombardia e con il contributo di Regione Lombardia e Aess - Archivio di Etnografia e Storia Sociale. Dopo raccolta e digitalizzazione, è stata avviata la seconda fase del progetto, in collaborazione con Officine Creative dell’Università: i vecchi filmati sono entrati nelle aule universitarie, generando un dialogo tra passato e presente.  

Scorribande in barca sulle acque del Ticino. Siamo negli anni Ottanta
Scorribande in barca sulle acque del Ticino. Siamo negli anni Ottanta

“Conservare la memoria” 

Obiettivo del progetto è creare una memoria inedita del territorio – spiega Alessandra Beltrame, archivista Cinescatti –, una memoria di piccole storie di famiglia che, una volta condivise, diventano storia collettiva. È un modo per ricordare i luoghi e la vita per come erano e dare vita a un dialogo con la contemporaneità”. “È stata una sorpresa scoprire quanto materiale inedito ci fosse – dice lo studenti Federico Yevgheniy Grigolato –, è stato come entrare nella vita delle famiglie e stare con loro. I filmati ci sono arrivati muti, quando sono stati girati non si registrava il sonoro: questo ci ha ricordato quanto sia importante ascoltare l’eco del nostro presente”. 

Se la mamma ha paura dell'aereo, allora non resta che raggiungere la meta delle vacanze con la Fiat 128
Se la mamma ha paura dell'aereo, allora non resta che raggiungere la meta delle vacanze con la Fiat 128

Atmosfere di un’altra epoca 

“I filmati hanno trovato una seconda vita – aggiunge Paolo Canepari , autore di alcune pellicole –. Non li vedevo da anni e non sapevo se li avrei rivisti. Sono immagini senza sonoro molto diverse da quelle a cui siamo abituati oggi. Sono rimasto colpito dalla serietà e dagli obiettivi del progetto: riconsegnare alla città l’atmosfera di un’epoca lontana, coinvolgere gli studenti nell’interpretare con gli occhi del presente la società trascorsa, custodire il materiale per interpretazioni successive. Sono contento di aver dato il mio contributo”.