Voghera (Pavia) – Elisa Roveda, la mamma di 44 anni che ha strangolato e ucciso il figlioletto Luca di neanche un anno, è stata arrestata per omicidio. La donna è attualmente piantonata dai Carabinieri di Voghera nel reparto di psichiatrica del Policlinico San Matteo di Pavia. A comunicare il provvedimento è stato il procuratore capo Fabio Napoleone, in una nota in cui si precisa: "Sono attualmente in corso le indagini volte a far luce sull'esatta dinamica dei fatti, nonché sulle condizioni psicofisiche della donna".
Il delitto in via Mezzana
Questa mattina, intorno alle 9, la madre di Roveda, nonna del piccolo Luca, è entrata in casa per aiutare la figlia nelle faccende domestiche e soprattutto per non lasciarla sola (in una sorta di staffetta con il padre del piccolo e altri parenti). In quel momento la tremenda scoperta: Elisa era distesa sul letto con accanto Luca, ancora vivo ma incosciente. A quel punto la madre della 44enne ha chiamato il numero di emergenza 112. I soccorritori, intervenuti tempestivamente, dopo i primi tentativi di rianimazione, non hanno potuto fare altro che constatare il decesso del piccolo.
Luca avrebbe compiuto un anno a fine mese
La 45enne e il marito avevano faticato molto per avere un figlio. “Erano cinque anni che volevano questo bambino”. Ricorda una vicina di casa di Elisa Roveda che ancora non si dà pace per quanto accaduto stamani a pochi passi da casa sua. La donna ha raccontato che Elisa ultimamente era stanca e per questo aveva preso una pausa dal lavoro. Secondo la vicina, soffriva di “depressione post partum. Era un po’ agitata ma stava bene”.
Il piccolo Luca avrebbe compiuto un anno a fine mese. Elisa Roveda viene descritta come una “madre amorevole e premurosa” che portava spesso a passeggio il figlio e non aveva mai fatto trapelare nulla di strano nel suo comportamento.
La paura di stare sola in casa e la pausa dal lavoro
Da un paio di mesi però sembra che Elisa avesse iniziato ad accusare dei problemi psichici. “Aveva paura a restare da sola in casa, non voleva più guidare l’auto né recarsi al lavoro” racconta il padre della 44enne. Anche per questo si era presa una pausa dal lavoro e i familiari, in primis la mamma di Elisa e il marito, ma anche una zia, avevano organizzato una “staffetta” per non lasciarla mai sola in casa. Elisa era anche stata da uno psicologo privato che aveva iniziato a seguirla, ma sembra che non si fosse mai rivolta ai servizi sociali né tanto meno avesse mai dato segni di squilibrio o manifestato scatti d’ira nei confronti del figlioletto.