Padre accusato di abusi dalla figlia e assolto: “È il mio bene più prezioso, non provo rancore”

Pavia, Rubin è rimasto in carcere per mesi dopo che la ragazza aveva raccontato di essere stata picchiata e violentata

La ragazza si era inventata tutto

La ragazza si era inventata tutto

Pavia – "Neanche per un minuto ho provato rancore nei confronti di mia figlia”. Rubin, il padre di 48 anni, che nel 2018 era stato accusato dalla figlia all'epoca ancora minorenne, di averla picchiata e violentata stringe la sua ragazza. È uscito da un incubo lungo cinque anni, è rimasto in carcere per alcuni mesi, ha rischiato una condanna e un'onta ancora più grande perché nella sua comunità non sarebbe stato perdonata una violenza, eppure non prova risentimenti. “Non avrei mai potuto fare del male a mia figlia - dice il giorno dopo il pronunciamento da parte del tribunale di Pavia di una sentenza di assoluzione con formula piena -. Lei è il mio bene più prezioso. Ho soltanto cercato di proteggerla da chi temevo potesse portarla su una cattiva strada”.

A far scattare le manette ai polsi dell'uomo è stata infatti la denuncia della figlia che si era innamorata di un ragazzo conosciuto su Facebook e avrebbe voluto iniziare subito una vita insieme a lui. Di fronte alle resistenze della famiglia, la giovane forse mal consigliata, è andata via di casa e ha denunciato il genitore. "Non pensavo potessero arrestarlo” ha ammesso la ragazza, che ora si è sposata con quel ragazzo e non ha mai interrotto i rapporti con il padre. Ha subito ritrattato le accuse mosse a Rubin, ma l'uomo è finito in cella. “Appena ho ascoltato il mio assistito - ha raccontato l'avvocato Fabrizio Aronica - che si professava innocente, mi sono convinto che non avesse potuto aver commesso tutto quello di cui veniva accusato, dallo stalking alle violenze. La figlia diceva di essere stata picchiata con il cavo di un computer, quando in casa non hanno pc. Di fronte a una figlia adolescente scappata di casa, il padre aveva provato ad andarsela a riprendere perché temeva potesse finire in un brutto giro”.

Eppure l'uomo era stato accusato anche di lesioni nei confronti della moglie perché diversi anni prima era stata ricoverata in ospedale per un problema alla milza. "Quando è uscito dal carcere il mio assistito si è trasferito in America per lavorare - ha aggiunto l'avvocato -, ma appena la moglie ha avuto problemi di salute, è tornato per assisterla. Non mi sembra il comportamento di una persona violenta”. Al processo, però, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 8 anni per Rubin per violenza e maltrattamenti. “Non c'erano riscontri - ha proseguito il difensore - e anche Leonardo Guaiana il collega che difendeva le parti offese non ha voluto insistere. Per fortuna un collegio giudicante molto sensibile ha pronunciato una sentenza di assoluzione. Quando l'ho comunicato al mio assistito, ha pianto a dirotto”. Adesso che la famiglia ha ripreso la sua vita in armonia e tutti si sentono più sollevati, l'avvocato Aronica intende chiedere il ristoro per ingiusta detenzione per il primo periodo trascorso in carcere.