
Maurizio Pappalardo e Antonio Scoppetta
Pavia – Al tribunale di Pavia è iniziato oggi un processo che racconta una presunta storia di corruzione, stalking e favori scambiati tra un carabiniere e un imprenditore. Sul banco degli imputati ci sono Antonio Scoppetta, militare del nucleo forestale, e Carlo Boiocchi, costruttore edile, accusati rispettivamente di corruzione e stalking il primo, di induzione a dare utilità il secondo.
Il caso fa parte dell’inchiesta “Clean 2”, che ha portato alla luce una presunta rete di scambi illeciti tra rappresentanti delle forze dell’ordine e imprenditori della provincia pavese. Un secondo processo, già avviato con rito ordinario e che riprenderà il 10 luglio, vede coinvolti altri due militari: Maurizio Pappalardo, ufficiale dell’Arma in congedo, e Daniele Ziri, carabiniere dell’Ispettorato del lavoro.
Secondo l’accusa, Scoppetta – all’epoca dei fatti in servizio presso l’aliquota carabinieri della Procura di Pavia – avrebbe ricevuto da Pappalardo denaro, prenotazioni alberghiere e altri favori in cambio di informazioni sui procedimenti in corso e di atti redatti in modo compiacente. Ma la vicenda si complica quando entra in scena una donna: l’ex fidanzata di Pappalardo.
È qui che nasce il capitolo più inquietante della storia. I due militari avrebbero orchestrato una vera e propria campagna di stalking contro la donna, arrivando persino a coinvolgere altri carabinieri per controllarla. Scoppetta avrebbe addirittura indirizzato un’attività di indagine per danneggiare la ex di Pappalardo. Oggi si è costituito parte civile anche l’uomo che ha avuto una relazione con la donna, sostenendo di aver subito danni a causa delle persecuzioni.
Il processo ha riservato infine anche un altro colpo di scena: il giudice ha disposto una consulenza d’ufficio su una villa di San Genesio venduta da Boiocchi a Scoppetta. Il prezzo? La metà del valore di mercato, che era di 600mila euro. Secondo l’accusa, questo “sconto” da 300mila euro avrebbe garantito all’imprenditore una forma di “protezione” in caso di controlli nei suoi cantieri.
Boiocchi ha chiesto di essere ammesso alla “messa alla prova”, un percorso di riabilitazione con lavori di pubblica utilità che, se completato, porterebbe all’estinzione del reato. Il processo, che si svolge con rito abbreviato, riprenderà il 22 luglio prossimo.