MANUELA MARZIANI
Cronaca

Peste suina, trovato un altro cinghiale infetto: è nel parco del Ticino

Dopo i tre esemplari trovati ammalati in Oltrepò, l’ultimo caso ora nel Pavese. I consiglieri regionali del Pd chiedono alla Giunta di intervenire concretamente

Il presidio organizzato dagli animalisti al rifugio di Sairano contro l’uccisione di esemplari ancora sani

Il presidio organizzato dagli animalisti al rifugio di Sairano contro l’uccisione di esemplari ancora sani

Torre d’Isola (Pavia) – “Per i nostri allevamenti siamo in piena emergenza, dobbiamo quanto prima intervenire". Lo chiedono Roberta Vallacchi, Marco Carra e Matteo Piloni, consiglieri regionali del Pd, dopo il rinvenimento di una carcassa di cinghiale affetta da peste suina africana nel parco del Ticino. Nell’ultima seduta di Consiglio regionale i dem avevano presentato una mozione urgente per impegnare la Giunta regionale ad attivarsi subito e concretamente per arginare quanto più possibile il grave rischio che sta correndo un’intera filiera e che provocherebbe un effetto domino disastroso.

Al momento sono quattro gli ungulati, principale vettore di trasmissione del virus, trovati infetti: tre sono stati rinvenuti in estate in Oltrepò e l’ultimo adesso nel Pavese che presto dovrebbe diventare zona rossa con regole stringenti su spostamenti e caccia. "L’obiettivo è fare prevenzione - ha fatto sapere l’assessore regionale all’Agricoltura Alessandro Beduschi - in modo da evitare un ulteriore allargamento del contagio e tutelare il settore suinicolo".

Proprio per evitare il diffondersi del virus, Ats ha emesso un’ordinanza di abbattimento dei suini che si trovano negli allevamenti in cui sia presente un focolaio. Uno di questi era il rifugio Cuori liberi di Sairano, frazione di Zinasco, in cui il 20 settembre le forze dell’ordine hanno fatto irruzione e abbattuto i dieci suini rimasti. "Ci hanno detto che sarebbe stato solo questione di tempo e che sarebbero morti - ha detto Sara D’Angelo, coordinatrice della Rete dei santuari che ieri è scesa in piazza per chiedere che quanto accaduto a Sairano non accada mai più -, ma noi abbiamo avuto il tempo per stare accanto ai nostri cari e assisterli. Sono stati uccisi". L’obiettivo, come sostiene la Regione, è difendere il fortino zootecnico quindi evitare che il virus per il quale non esiste un vaccino, si diffonda a macchia d’olio colpendo un settore molto importante per la nostra economia. E per questo, visto che nel parco del Ticino sono stati visti branchi di cinghiali, si potranno di nuovo cacciare gli ungulati, che dal 17 settembre quando era stata aperta la caccia alla selvaggina, non era consentita.