Milano, animalisti in corteo: “Avete massacrato una famiglia di maiali”

In quattromila da tutta Italia per protestare contro l’abbattimento di nove suini nel rifugio Cuori Liberi a Sairano, nel Pavese

Milano, 7 ottobre 2023 – “Mai più”: questo hanno gridato i circa 10mila manifestanti che questo pomeriggio – sabato 7 ottobre – sono scesi in piazza a Milano, giunti da tutta Italia per partecipare alla manifestazione “Giù le mani dai santuari”. Si sono dati appuntamento, secondo programma, alle 14, sotto il Palazzo Lombardia, per poi sfilare in corteo per le strade della città.

Gli animalisti in piazza Città di Lombardia, sede della Regione
Gli animalisti in piazza Città di Lombardia, sede della Regione

L’appuntamento è stato organizzato per protestare a seguito dei fatti avvenuti lo scorso 20 settembre nel rifugio Cuori Liberi a Sairano, comune del Pavese dove 9 maiali sono stati uccisi dalle autorità sanitari perché venuti in contatto col virus della peste suina africana nonostante fossero in buono stato di salute

Il corteo

Dalla sede di Regione Lombardia, in via Melchiorre Gioia angolo via Algarotti, il corteo si messo per le vie della città sino a raggiungere piazza San Babila. Numerosi i cartelli esposti: da "giù le mani dai santuari" a "cuori liberi non prosciutti", passando per un "e se fossero stati i tuoi cani?". I manifestanti sono arrivati con i pullman, da tutte le regioni italiane e anche da Francia, Germania, Belgio e Svizzera. Hanno partecipato a un corteo in difesa del rifugio Cuori liberi di Sairano, una frazione di Zinasco, nel Pavese, in cui hanno fatto irruzione le forze dell’ordine e hanno abbattuto i 9 suini ospiti non destinati all’alimentazione. Dopo la protesta davanti al Palazzo della Regione Lombardia, istituzione che ha ordinato l'uccisione dei maiali del rifugio venuti a contatto con il virus della peste suina africana, il corteo ha attraversato la città per concludersi in piazza San Babila.

La coordinatrice

"La Regione Lombardia sembra intenzionata a dichiarare guerra ai rifugi - ha detto Sara d'Angelo, coordinatrice della Rete dei santuari di animali liberi in Italia - : l'irruzione coatta delle forze dell'ordine a Sairano e la sorveglianza speciale a cui sono stati sottoposti alcuni rifugi della Rete, rappresenta una minaccia per l'esistenza stessa di tutte quelle strutture che oggi, in Italia, rappresentano l'unica alternativa di convivenza non violenta fra l'uomo e gli altri animali considerati ‘da reddito’. Ma noi non abbiamo paura e non ci fermeremo fino a quando non otterremo protocolli differenti per gli animali dei rifugi e la strage dei maiali avvenuta al rifugio Cuori liberi sarà solo un brutto incubo. Solo allora potremo di nuovo pensare ai santuari come a dei luoghi di pace, guidati dalla gentilezza e non come posti dove avere ancora paura”.

La morte di Pumba

Ad accrescere l’indignazione degli animalisti all’indomani dell’abbattimento il video shock sull’abbattimento del giovane Pumba, uno dei maialini soppressi nel rifugio Cuori Liberi di Sairano. 

La battaglia

Gli animali sono stati abbattuti dopo un violento sgombero, da parte delle forze dell'ordine, degli attivisti e delle attiviste che presidiavano pacificamente il rifugio. Mentre il TAR non ha potuto esprimersi sulla domanda cautelare, essendo i maiali già stati uccisi, si è però concordato di procedere a integrare il ricorso per motivi aggiuntivi anche relativamente ad atti successivi all'ordinanza di abbattimento emessi dal Commissario della peste suina, dal Ministero della salute e dalla Regione Lombardia, e si fisserà presto un'udienza in cui verrà valutata la legittimità dell'operato di queste istituzioni pubbliche.  

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