GIULIA BONEZZI
Cronaca

La scomparsa di Ludovico Peregrini: il Signor No, un milanese preciso che ha fatto cinquantamila domande

Morto a 82 anni l’autore televisivo divenuto un personaggio di culto con il Rischiatutto di Mike Bongiorno. Liceo al Beccaria, laurea in Cattolica e cuore rossonero: “Sono nato a Como ma per caso”

Ludovico Peregrini, morto a 82 anni, era nato a Como il 27 giugno 1943 Sotto con Mike Bongiorno durante una puntata di Scommettiamo?

Ludovico Peregrini, morto a 82 anni, era nato a Como il 27 giugno 1943 Sotto con Mike Bongiorno durante una puntata di Scommettiamo?

Milano, 10 agosto 2025 –  “Inflessibile”. “Implacabile”. L’aggettivazione spesso abbinata al soprannome con il quale era “a tutti noto”, ricordano la moglie e le figlie annunciandone la scomparsa a 82 anni, “circondato da tutti i suoi cari”, non rende giustizia alla persona gentile e ironica che è stata Ludovico Peregrini; e del resto, in un mondo in cui le strade si spianano spesso a suon di signorsì, ci vuole carattere per passare alla storia come “il Signor No”. Un personaggio nato con il Rischiatutto, telequiz diventato di culto benché trasmesso per appena quattro anni, i primi dei Settanta, sulla Rai, trasformando anche lui, il signor Peregrini, in un culto come faceva a volte, nel secolo scorso, quella scatola magica chiamata televisione quando chi vi lavorava dietro le quinte finiva, per avventura, davanti alle telecamere.

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Così un pacato milanese nemmeno trentenne, col suo baffo improvvisamente iconico, iniziò a impersonare il “Signor No”, il poliziotto cattivo che faceva applicare con rigore il regolamento, spalla perfetta di Mike Bongiorno nella liturgia del programma (mister Allegria diceva “la santa messa”), per dare vita a gag in cui il mattatore recitava il poliziotto buono schierandosi dalla parte dei concorrenti - ed evidentemente di gran parte del pubblico. Alimentando anche, a voler essere cattivi come Umberto Eco, quell’identificazione celebrativa, secondo il semiologo, del “valore della mediocrità”. Nessun filosofo s’è curato però di scrivere una “Fenomenologia del Signor No“, e sì che sarebbe stato interessante, considerando che colui che incarnava televisivamente un’entità di sapore giuridico, un simil-notaio, era in realtà uomo di studi umanistici, approdato in Rai su consiglio di un amico (a Settevoci, con Pippo Baudo, prima di entrare nello staff di Mike) dopo la laurea in Lettere alla Cattolica seguita al liceo classico, al Beccaria.

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Milanesissimo, oltre che milanista, il Peregrini: quel “nato a Como” sulla carta d’identità era dovuto al mero “caso” che la sua mamma incinta fosse sfollata da Milano bombardata dagli Alleati in quell’estate del 1943, come raccontò lui stesso alla Provincia di Como qualche anno fa. Senza timore di scontentare il cronista locale, e in effetti il Signor No, più che “inflessibile” o “implacabile”, era preciso onesto e ovviamente non aveva paura di dire di no, sempre educatamente: qualche mese fa, a una conduttrice Rai che lo elogiava per aver scritto “centomila domande” per il Rischiatutto, aveva obiettato: “Centomila sono un po’ tante, forse la metà...”

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Mike Bongiorno con Patrizia Garganese, Piero Turchetti e Ludovico Peregrini

Ché poi l’aspetto forse più affascinante era proprio il fatto che fosse lui a scrivere le domande del telequiz divenuto un’ossessione popolare; che il Signor No fosse, in realtà, un signore che per lavoro faceva domande. Non solo prestando la voce a quiz come come Bis e Telemike: Peregrini ha pensato domande per gran parte della sua carriera d’autore televisivo (oltre che di canzoni per Mino Reitano, Toto Cutugno, Mina), attraversando programmi di successo come Scommettiamo?, La ruota della fortuna, Flash, Chi vuol essere milionario? con Gerry Scotti, oltre che Bravo bravissimo e il Sanremo del 1997, sempre con mister Allegria che considerava il suo “padre televisivo”, di cui ha accompagnato il feretro fuori dal Duomo nel 2009, senza mancare poi nessuna iniziativa organizzata in sua memoria, da ultima la mostra organizzata lo scorso autunno a Palazzo Reale nel centenario della nascita.

A far domande Peregrini si preparava, da umanista, “leggendo molto”, ma la cosa più importante, raccontava in televisione poco tempo fa, per lui era “fare domande che incuriosissero il pubblico, presentare la cultura generale in un modo appetibile per la gente”. Uno sforzo ripetuto nove anni fa, quando lavorò con Fabio Fazio alla riedizione del Rischiatutto, adattandosi ad altra gente, sia nel pubblico che tra concorrenti il cui livello culturale “non è inferiore, ma diverso - spiegava all’epoca in un’intervista a Qn-Il Giorno –. Hanno grandi passioni. Diciamo che è più difficile trovare persone con un bagaglio culturale molto ricco”, anche perché “la cultura nozionistica”, nell’era in cui “basta andare su Wikipedia”, risulta “meno utile”. Il Signor No non era sceso a compromessi, però, sui principi: “Credo che il giudice di una gara in cui si vincono tanti soldi - spiegava con semplicità - debba essere non severo, ma giusto”.