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Delitto di Garlasco, il legale di Sempio: “Ha ragione il ministro Nordio. Anche perché Stasi è innocente”

L’avvocato Massimo Lovati commenta le parole del ministro della Giustizia secondo cui “è irragionevole che dopo una o due sentenze di assoluzione sia intervenuta una condanna senza rifare l'intero processo”

Il ministro della giustizia Carlo Nordio, Alberto Stasi e l'avvocato Massimo Lovati

Il ministro della giustizia Carlo Nordio, Alberto Stasi e l'avvocato Massimo Lovati

Garlasco, 26 maggio 2025 – “Condivido”. Così l'avvocato Massimo Lovati uno dei legali di Andrea Sempio, indagato nella nuova inchiesta della Procura di Pavia sull'omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, in merito alle considerazioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, secondo cui, riferendosi ad Alberto Stasi è “irragionevole che dopo una o due sentenze di assoluzione sia intervenuta una condanna senza rifare l'intero processo”. Lovati condivide “anche perché, secondo me, come ho già detto tante volte, Stasi è innocente”.

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Nordio: “Stasi? Irragionevole non aver rifatto il processo”

“Trovo irragionevole che dopo una sentenza o due sentenze di assoluzioni sia intervenuta una condanna senza nemmeno rifare l'intero processo. Tutto questo è irrazionale perché, se per legge si puo' condannare soltanto, al di la' di ogni ragionevole dubbio, quando uno o piu' giudici hanno già  dubitato al punto da assolvere, non si vede come si possa condannare.

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Questo secondo me è irragionevole, ha detto ieri sera, il ministro della Giustizia Carlo Nordio a 'Zona bianca', il talk show condotto da Giuseppe Brindisi su Rete 4, commentando le parole del giudice Stefano Vitelli che nel 2009 assolse Alberto Stasi, secondo il quale il “ragionevole dubbio” non è  stato applicato nella sentenza di condanna.

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Secondo Nordio, quello che definisce “irragionevole” andrebbe cambiato “con una riforma che noi abbiamo provato a fare e abbiamo fatto a metà”. Ci potrebbero essere delle conseguenze per i magistrati della vecchia inchiesta nel caso in cui emergessero delle nuove verità? “No, questo assolutamente no - ha rispsotoe il ministro - secondo me la responsabilità si può avere soltanto quando il magistrato o non conosce la legge o dimostra di non conoscere le carte. E' proprio per questo che per tutti i processi esiste nei paesi democratici un doppio o triplo grado di giurisdizione perche' si presume che la sentenza possa essere sbagliata”.

Il ministro ha parlato poi del possibile impatto che il caso di Garlasco potrebbe avere sulla percezione della giustizia in Italia. “Credo che purtroppo in questo momento l'opinione pubblica e l'opinione del cittadino nei confronti della giustizia sia abbastanza negativa - ha spiegato- secondo me piu' di una colpa dei magistrati e' una colpa delle leggi. I magistrati amministrano queste leggi che sono imperfette e che consentono addirittura di procrastinare dei processi all'infinito anche quando bisognerebbe avere il coraggio di chiuderle”, ha concluso.