
L'aggressore Said Cherrah e il luogo dell'accoltellamento
Giussano (Monza Brianza), 11 giugno 2025 - A dicembre ha costretto la sua ex a salire sulla sua auto nel parcheggio del centro commerciale in via Prealpi a Giussano, l'ha colpita ripetutamente al volto, ha tentato di strangolarla con un cavo usb e poi l'ha colpita con una coltellata alla schiena, tra le persone indifferenti alle sue urla. A salvarla un angelo custode, un automobilista che finalmente si è fermato, l'ha fatta salire e l'ha portata lontano dalla morte.

Per questa terribile vicenda, accaduta a una 24enne di origine marocchina di Erba, la giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Monza Angela Colella ha condannato a 10 anni di reclusione (2 anni in più di quelli chiesti dalla Procura) nel processo con il rito abbreviato per tentato omicidio Said Cherrah, il 26enne anche lui di origini marocchine residente a Broni nel Pavese, in carcere e già condannato dal Tribunale di Como a 11 anni di reclusione per avere gettato acido in faccia alla stessa ragazza, alla quale in aula ha giurato la morte, minacciando anche la legale della giovane. Tanto che la giudice ha disposto che oggi il giovane seguisse l'udienza di oggi dallo schermo di un computer a tutela della ragazza, presente al processo e già molto provata dalla vicenda.
Al 26enne la giudice ha aggiunto due anni di libertà vigilata dopo avere espiato la pena e il pagamento di una provvisionale di 50mila euro sul risarcimento dei danni alla sua ex, che si è costituita parte civile rappresentata dall'avvocata Daniela Danieli.
La versione dell’aggressore
All’arresto Said Cherrah ha raccontato una versione del tutto opposta dei fatti al suo difensore, l'avvocato Roberto Grittini. "Mi ha detto che stava ancora insieme alla ragazza e che si erano dati appuntamento", le parole del giovane al legale.
Dopo il tentato omicidio il 26enne è tornato verso casa e ha chiamato il difensore. Poi i carabinieri sono andati ad arrestarlo. Proprio per questo comportamento collaborativo il legale di Cherrah aveva chiesto il riconoscimento delle attenuanti generiche e che l'accusa contestata venisse modificata in quella meno grave di lesioni. "Quello che è certo è che quella tra i due era una relazione tossica e patologica, ci sono i tabulati telefonici a confermarlo e in carcere lei gli faceva avere soldi e regali", sostiene l'avvocato Grittini.