ALESSANDRO SALEMI
Cronaca

Scontro sul capolinea da sacrificare: "Polo istituzionale nodo strategico"

L’associazione HqMonza: sarà un hub di interscambio fra la Brianza e Milano

La Provincia, nel polo istituzionale

La Provincia, nel polo istituzionale

Il dibattito sul prolungamento della metropolitana M5 a Monza continua ad animare la città. Mentre i 589 milioni di euro di extra costi tengono ancora bloccata la gara d’appalto, circolano sempre più ipotesi di tagli al tracciato per contenere le spese. Tra queste, anche l’eliminazione del capolinea al Polo istituzionale di Monza, con la linea che si fermerebbe invece all’ospedale San Gerardo. Un’idea che l’associazione Hq Monza rigetta fortemente, insieme a quella, spinta dal Coordinamento dei comitati ambientalisti cittadini, di mantenere il bosco spontaneo del Polo istituzionale non realizzando lì lo studentato e spostando il capolinea metro. Il capolinea previsto accanto alla SS36 e alla Monza–Saronno è ritenuto da Hq un nodo strategico per l’intermodalità. "È stato giustamente pensato per diventare un hub di interscambio per chi arriva dalla Brianza e si dirige verso Monza o Milano. Lì ci sono la Questura, la sede della Provincia, un centro commerciale, una sede distaccata della Regione e la futura Casa degli studenti", sottolineano. Per l’associazione sarebbe un errore grave fermare la linea al San Gerardo, sia per le complessità tecniche del cantiere, sia per il rischio di congestionare la zona con un eccesso di traffico automobilistico proveniente dal nord. Nel dibattito si inserisce anche Azione Monza e Brianza, che nei giorni scorsi ha diffuso un video-appello con il consigliere comunale Tullio Parrella: "È un discorso di qualità di vita oltre che di efficienza dei trasporti. La metro renderebbe Monza ancora più accessibile e attrattiva, anche da Milano: il Parco, la Villa Reale, l’Autodromo, i teatri... Benefici per tutta la comunità", ha detto, ricordando il voto unanime del Consiglio comunale a favore dell’opera. Intanto Hq prende posizione anche contro chi vorrebbe tutelare il bosco spontaneo alle spalle di Provincia e Questura. "Non è un ambiente verde tipico lombardo né un insieme di piante pregevoli. Si tratta di vegetazione infestante: false acacie, sambuchi neri, ailanti, piante con bassa capacità antismog", affermano gli attivisti, sottolineando i rischi per la biodiversità e la salute umana, per la presenza di ambrosia e zanzare. Ma la preoccupazione principale resta quella ambientale. "Lì sorgeva una caserma attiva dal 1940, sede di carri armati e munizioni – ricordano –. Parliamo di potenziali contaminazioni da metalli pesanti e materiali tossici. Il Demanio ha già stabilito dal 2019 la necessità di bonifica. È urgente farlo per proteggere anche la falda acquifera". Da Hq arriva anche una proposta: utilizzare le compensazioni verdi dell’intervento M5 per realizzare un nuovo parco nell’area dell’ex Macello, nell’area di via Mentana, oggi carente di spazi verdi.

A.S.