Gli ultimi, gli esclusi sono sotto i nostri occhi ma facciamo finta di non vederli. La povertà mette a disagio, specie se ci viene sbattuta in faccia mentre siamo al centro di una delle città più ricche e à la page del mondo. A Milano, anche sotto il Duomo, capita che il lusso conviva con il disagio più estremo, che però è relegato a dettaglio. I due mondi non si incontrano nemmeno per sbaglio.
O forse no? Perché c’è qualcuno che ha voluto cambiare questo paradigma, ribaltando il concetto di “inclusione”. È il bar Girevole, creato dall’Associazione San Fedele in via Hoepli 3D, per dare uno spazio dove anche le persone senza dimora possono vivere momenti di convivialità come succede in qualunque bar del mondo. Un drink, due chiacchiere: il piacere di stare in compagnia assicurato anche a chi vive gli stenti e le brutture della vita di strada. I clienti non sono solo senza tetto e il bar non è un centro di accoglienza per ultimi. Il concetto è che il bello è un diritto di tutti. E dopo aver assicurato a uomini e donne pasti, visite mediche, coperte, il bar Girevole prova a garantire anche dei momenti di normalità. Perché forse Milano può sembrare una città chiusa e ostile, ma regala piccole gemme di generosità che ancora fanno dire Milan col coeur in man.