Condannata la banda dello spaccio che riforniva di cocaina la Brianza e Cantù. Scoperti dopo il pestaggio di un pusher

Pene fino a quattro anni di reclusione sono state inflitte dal Tribunale di Monza. Le indagini erano partite dopo un’aggressione a Usmate Velate

Uno degli otto arrestati mentre apre il box trasformato in deposito di droga

Uno degli otto arrestati mentre apre il box trasformato in deposito di droga

Usmate Velate (Monza Brianza), 29 Marzo 2024 - Il Tribunale di Monza ha inflitto pene fino a quattro anni di reclusione per la banda dei trafficanti di droga con tanto di bastonate al pusher ritenuto infedele. Sotto accusa lo spaccio di cocaina a fiumi, ma anche di hashish. Con consegne a domicilio. Oppure su appuntamento. Le manette erano scattate nelle province di Monza e Varese.

I carabinieri della Compagnia di Monza avevano eseguito un'ordinanza di custodia cautelare per rispondere a vario titolo in concorso di estorsione tentata e detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Capi albanesi, veri grossisti della droga, ma anche tre italiani più o meno alle loro dipendenze. Età compresa fra i 20 e i 50 anni. Residenza fra Monza, Cesano Maderno e Cantù, in provincia di Como, uno dei poli dello spaccio.

L’indagine era cominciata otto mesi prima, dalla denuncia presentata da un cittadino ucraino di 29 anni nei confronti di un gruppo di albanesi, che a un certo punto si era insospettito e lo aveva accusato del furto di una partita di droga ritenuta del valore di ben 15mila euro. Gli albanesi lo avevano aggredito fisicamente a bastonate provocandogli un trauma cranico. L'evento violento, avvenuto a Usmate Velate, aveva rivelato però anche altro. I carabinieri avevano cominciato a investigare per venire a capo di quel tentativo di estorsione finito nel sangue. E le indagini avevano consentito di identificare gli autori dell’aggressione e ricostruire una fitta rete di spacciatori attiva nelle province di Como, nel Canturino in particolare, e Monza, che si muoveva alle loro spalle.

Un gruppo criminale in grado di immettere sul mercato grossi quantitativi di cocaina, anche fino a 10 chilogrammi. Sono stati ricostruiti diversi episodi di spaccio al minuto che avvenivano con consegna a domicilio oppure tramite appuntamenti concordati. E sono stati individuati due depositi utilizzati per nascondere la droga. Uno era ubicato nel seminterrato di un condominio di Monza, in via Confalonieri, nella zona alle spalle di viale Libertà, non lontano dal confine con Villasanta, dove erano stati depositati 600 grammi di cocaina. Il secondo, a Seveso. In parte in un appartamento, ma non solo. Parte della droga era nascosta in un capanno nei giardini della chiesa parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso da due fratelli albanesi di 43 e 47 anni, fermati lo scorso marzo dai carabinieri con 16 chili di cocaina e 900 grammi di hashish prima di imbarcarsi su un aereo già pronto al decollo all'aeroporto della Malpensa. Sono stati sequestrati anche 40mila euro nel corso di tutta l’inchiesta.