
L’incidente mortale è avvenuto l’8 maggio 2021 in via San Martino ad Arcore
"Non avrebbe potuto in ogni caso evitare l’incidente". Per il suo avvocato, Claudio Oldani, è questo il motivo per cui il Tribunale di Monza ha assolto Andrea Brambilla, 40enne commerciante ambulante che l’8 maggio del 2021 era alla guida della motocicletta Bmw del fratello e trasportava la moglie Francesca Fumagalli, 31 anni, di Casatenovo, operatrice sanitaria e madre dei suoi due figli piccoli, quando in via San Martino ad Arcore si è scontrato contro una Fiat 500 L che svoltava a sinistra. In quell’incidente sua moglie è morta e lui si era ritrovato imputato di concorso in omicidio stradale con l’automobilista, un 29enne di Lissone, che ha già patteggiato la pena. Entrambi i coniugi erano stati soccorsi in codice rosso. Andrea Brambilla era stato trasportato all’ospedale San Gerardo di Monza mentre la donna era stata trasferita a Vimercate e in ospedale era morta poco dopo a causa delle gravissime ferite riportate nell’impatto. Discordanti gli esiti delle perizie sulla dinamica dell’incidente. "La motocicletta andava a 100 chilometri orari in un rettilineo in cui il limite era di 50 chilometri orari, ma era stato imposto quello di 30 chilometri orari per la presenza di un cantiere - ha spiegato in aula il consulente tecnico della Procura di Monza -. Il conducente della moto aveva già iniziato a frenare e l’urto con l’automobile è avvenuto quando la velocità era scesa a 35 chilometri orari. La macchina arrivava dalla parte opposta a 30 chilometri orari e non si è fermata all’intersezione stradale prima di svoltare. Il motociclista ha visto l’auto ma non è riuscito a evitarla". Secondo il consulente tecnico della difesa dell’imputato, invece, "il conducente della motocicletta ha iniziato a frenare quando si trovava a 50 metri dall’intersezione e quando l’auto invece si trovava a 25 metri. Quando la macchina improvvisamente ha svoltato, ci ha messo un secondo e non era più possibile alcuna reazione da parte del motociclista".
Una ricostruzione che aveva spinto lo stesso pubblico ministero a chiedere l’assoluzione di Andrea Brambilla, che la vita ha già condannato. "Sono quattro anni che chiudo gli occhi e mi vedo davanti questa scena - le sue parole -. La strada la conoscevo, ho rallentato. Il conducente della vettura ha messo la freccia e avrebbe potuto svoltare mille volte, ma l’ha fatto proprio mentre io mi sono deciso a passare".
S.T.