
Cocaina a fiumi, ma anche hashish. Consegne a domicilio. Oppure su appuntamento.
Ormai si fa così, lo spaccio 2-09 non si fa più semplicemente per strada.
E poi c’è un presunto corriere pestato a sangue perché sospettato di essersi impadronito di una partita di droga e su cu sono ancora in corso accertamenti.
Ieri mattina, nelle province di Monza e Varese, i carabinieri della Compagnia di Monza agli ordini del maggiore Emanuele D’Onofri hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare, emessa dal Gip presso il Tribunale di Monza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 8 individui indagati a vario titolo in concorso per estorsione tentata, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Capi albanesi, veri grossisti della droga, ma anche tre italiani più o meno alle loro dipendenze.
Età compresa fra i 20 e i 50 anni.
Residenza fra Monza, Cesano Maderno e Cantù, in provincia di Como, uno dei poli dello spaccio.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Monza, era cominciata otto mesi fa, dalla denuncia sporta da un cittadino ucraino di 29 anni nei confronti di un gruppo di albanesi.
Non è chiaro come fosse entrato in contatto con i suoi aguzzini, forse era un corriere mancato o uno spacciatore al dettaglio, fatto sta che a un certo punto il gruppo degli albanesi si era insospettito e lo aveva accusato del furto di una partita di droga.
Questi ultimi, per costringerlo a pagare quale risarcimento la cifra diben 15mila euro, lo avevano aggredito fisicamente a bastonate provocandogli un trauma cranico.
L’aggressione, avvenuta a Usmate Velate, aveva rivelato però altro. I carabinieri avevano cominciato a investigare per venire a capo di quella estorsione finita nel sangue.
E le indagini avevano consentito di identificare gli autori dell’aggressione e ricostruire una fitta rete di spacciatori attiva nelle province di Como, nel Canturino in particolare, e Monza, che si muoveva alle sue spalle.
Un gruppo criminale in grado di immettere sul mercato grossi quantitativi di cocaina, anche fino a 10 chilogrammi.
Sono stati ricostruitidiversi episodi di spaccio al minuto che avvenivano con consegna a domicilio oppure tramite appuntamenti concordati.
E sono stati individuati due depositi utilizzati per nascondere la droga.
Uno era ubicato nel seminterrato di un condominio di Monza, in via Confalonieri, nella zona alle spalle di viale Libertà, non lontano dal confine con Villasanta, dove erano stati depositati 600 grammi di cocaina.
Il secondo, a Seveso. In parte in un appartamento, ma non solo.
Retroscena curioso: parte della droga era nascosta in un capanno nei giardini della chiesa parrocchiale dei Santi Gervaso e Protaso da due fratelli albanesi di 43 e 47 anni.
Fermati lo scorso marzo dai carabinieri con 16 chili di cocaina e 900 grammi di hashish prima di imbarcarsi su un aereo già propnto al decollo all’aeroporto della Malpensa.
Sono state sequestrate anche diverse migliaia di euro nel corso di tutta l’inchiesta: all’incirca, 40mila.
Degli arrestati, sei sono stati portati alla casa circondariale di Monza e due sono stati sottoposti agli arresti domiciliari.