FABIO LUONGO
Cronaca

Una specialista di storie ai margini. Lara Gallet e la Brianza di periferia

Nella sua ultima raccolta di racconti “Carne di cane“ ha dato vita a personaggi e situazioni borderline

Lara Gallet 40 anni ha appena dato alle stampe una raccolta di 13 racconti in cui narra le sue esperienze sul territorio: «Il luogo è uno dei protagonisti. non è semplicemente uno sfondo»

Lara Gallet 40 anni ha appena dato alle stampe una raccolta di 13 racconti in cui narra le sue esperienze sul territorio: «Il luogo è uno dei protagonisti. non è semplicemente uno sfondo»

Uno sguardo laterale rispetto all’abituale narrativa italiana, una visuale da cui si racconta di figure ai margini, ai confini, borderline, che si muovono nei luoghi dell’abbandono. Personaggi in cerca di un riscatto, che siano disoccupati, immigrati, vite fallite. È quanto si può trovare nell’esordio letterario della scrittrice brianzola Lara Gallet, che ha pubblicato per le edizioni Catartica la raccolta di 13 racconti intitolata “Carne di cane“. Nata a Carate, cresciuta a Seregno, vive a Monza: laureata in scienze umane dell’ambiente, insegna in un centro di formazione professionale, è appassionata di brutalismo architettonico e di luoghi abbandonati, di viaggi nell’Est Europa e nei Balcani, ma anche delle strade di Milano e di tutto ciò che è marginalità. "Il libro nasce dalla voglia di raccontare, attraverso la narrazione breve, il territorio dove vivo, dalla Brianza all’area di Milano, e altri luoghi più marginali dove ho viaggiato o abitato, dalla Valtellina al Cremonese, dalla provincia di Novara alla Romania, tutti posti a cui sono legata, e dal desiderio di raccontare la marginalità - spiega Gallet -. I protagonisti di tutti i racconti sono figure borderline, gente che ha perso il lavoro, disoccupati, alcolizzati. Mi piaceva lavorare su questi contenuti. E poi certi tipi di personaggi sono figure marginali anche nella letteratura italiana, più concentrata sul mondo piccolo borghese. Sono persone che sfidano la giornata e la quotidianità e le trovo più affascinanti della media borghesia brianzola". È questo il filo rosso che cuce assieme le diverse storie: i margini, la perifericità. Anche nelle ambientazioni.

"Il luogo è uno dei protagonisti del racconto, non è semplicemente uno sfondo, è l’humus da cui escono i personaggi, alcuni più tragici, altri più comici, tutti alla ricerca di un riscatto, di una svolta - sottolinea -. Ho una grande passione per l’Est Europa e i Balcani: lì ritrovo un po’ di quell’autenticità che ancora è rimasta. Molti di quei luoghi, pur se stanno affrontando la modernità, sono ancora ancorati al passato. Inoltre amo molto i quartieri periferici: mi piace lasciare l’auto in un punto di Milano e arrivare dall’altra parte della città attraversando le periferie: proprio perché non curati, in questi luoghi c’è molta spontaneità e autenticità, e questo esercita su di me un forte magnetismo". "Uno dei racconti - continua - è ambientato in un luogo dell’abbandono: i luoghi abbandonati sono un’altra cosa che mi attira, perché hanno una grande capacità narrativa, lì puoi piazzare qualunque tipo di storia, di personaggio, di ambiente". "In questo senso - prosegue Gallet - mi piace molto la letteratura americana, perché molto attaccata, nel bene e nel male, al territorio: ha una grande capacità evocativa dei margini, delle periferie. Da noi questo è meno sentito: in Brianza, in particolare, c’è un finto attaccamento al territorio, è come se si fosse perso il contatto e il legame col territorio, e questo impoverisce anche il racconto di chi lo vive. Rispetto ad altre zone d’Italia non c’è attaccamento: qui il territorio non fa parte di te, c’è uno scollamento. E invece è una cosa importante, perché noi siamo il nostro territorio. I miei personaggi sono molto legati al territorio". L’esordio è arrivato ora, ma l’amore per la scrittura data da lungo tempo. "La passione per la scrittura per me è qualcosa di abbastanza istintivo: già da piccola mi piaceva scrivere poesie, piccoli racconti - dice la 40enne monzese -. È una necessità interiore. Mi piace macinare chilometri in auto e scoprire luoghi: poi sento l’esigenza di raccontarli e raccontarmi. Il racconto in Italia non è molto praticato, ma la casa editrice con grande generosità mi ha dato questa opportunità".