DIEGO VINCENTI
Cultura e Spettacoli

Teatro che racconta il presente . E il borgo diventa un palcoscenico

Da domani a domenica ad Arzo, in Canton Ticino, il 25° Festival di Narrazione: tra monologhi e performance

Da domani a domenica ad Arzo, in Canton Ticino, il 25° Festival di Narrazione: tra monologhi e performance

Da domani a domenica ad Arzo, in Canton Ticino, il 25° Festival di Narrazione: tra monologhi e performance

Ha la stessa età di questo millennio. Come se ne stesse testimoniando la complessità in modo parallelo, un passetto (una stagione) alla volta. Condividendo interrogativi, inquietudini, bellezza. Mai allontanandosi troppo dal racconto, da quella matrice originaria. E infatti si parla del Festival Internazionale di Narrazione di Arzo, da domani a domenica nel piccolo comune del Canton Ticino, zona Mendrisio. Venticinquesima edizione. Che come lo scorso agosto torna a svilupparsi la sera, per cercare di sopravvivere alla canicola. E scoprirsi più accessibili. Per il resto si ritrovano le consuete caratteristiche di questa manifestazione curatissima, incentrata sulla parola e le sue evoluzioni, dal chiaro segno autoriale e che ribadisce un’attenzione particolare per le famiglie e i più piccini.

Cartellone diffuso. Con il teatro a coinvolgere l’intera comunità occupando giardini, scuole, piazze, cortili. Insomma: ha un potenziale che seduce il Festival di Arzo, come sa bene chi si è già concesso la gita fuori porta. Il titolo di quest’anno è una suggestione che invita ad alzare lo sguardo dal proprio ombelico: “Mondi che ci attraversano“. Saremo in grado di intercettarli?

Sicuramente ci è riuscito bene Tindaro Granata. In particolare durante un laboratorio tenuto nella Casa Circondariale di Messina. Su quell’esperienza è cresciuto “Vorrei una voce“, splendido monologo queer che intreccia vita privata e tensioni universali, omaggiando nel frattempo la musica di Mina. Lavoro prodotto dal Lac in collaborazione con Proxima Res, ha da poco vinto il Premio Hystrio Twister, votato dal pubblico come "migliore spettacolo della stagione 2024/2025". Bello quindi poterlo rivedere alle 21.30 nelle prime due giornate di festival. Con la replica di domani anticipata alle 19 da “A volo d’angelo“ di Federica Cottini, spettacolo nato da una ricerca sul campo in Bosnia Erzegovina, fra memoria collettiva e individuale. Il tutto affidato sul palco a Michelangelo Canzi, giovanissimo interprete appena uscito dalla Paolo Grassi. Sempre venerdì invece “La Zona blu. Una lettura di appunti dai confini dell’Europa“ firmato da Nicola Borghesi per Kepler-452. Pagine di diario scritte a bordo della Sea-Watch 5. Una lettura scenica. Che riporta a una missione di soccorso avvenuta nel Mediterraneo. Da non perdere Marta Ciappina e il suo assolo ne “Gli anni“ di Marco D’Agostin, artista associato del Piccolo. Che qui compone una partitura di ricordi dove sono però il corpo, lo spazio, i movimenti a parlare. Lo si vede domenica. Così come “Alcune cose da mettere in ordine“ di Rubidori Manshaft e Angela Dematté, racconto caratterizzato da un affascinante impianto estetico. Che s’interroga sulla vecchiaia, la malattia, le case di cura per anziani. Protagonista Roberta Bosetti. E poi ancora il progetto di teatro partecipato “Slow Motion“, i lavori di Fanny Krähenbühl e Naya Dedemailan, il pasoliniano “Siamo tutti in pericolo“ di Claudia Caldarano e Sandro Pivotti. Info: festivaldinarrazione.ch.