
L’uomo aveva aggredito l’ex fidanzata nel parcheggio del centro commerciale
Al processo al Tribunale di Como, dove a gennaio è stato condannato a 11 anni per avere perseguitato e lanciato acido sul volto della sua ex, ha insultato e minacciato la giovane e anche la sua avvocata. "Se ti prendo ti ammazzo appena ti becco, tanto prima o poi esco", le sue parole. Una furia che la legale, Daniela Danieli, ha voluto evitare si ripeta mercoledì, quando Said Cherrah, 26enne di origini marocchine residente a Broni nel Pavese, sarà chiamato al Tribunale di Monza per il processo con il rito abbreviato davanti alla gup Angela Colella per tentato omicidio nei confronti della stessa ragazza, una 24enne marocchina che abita a Erba. L’avvocata ha chiesto e ottenuto dalla giudice che l’imputato segua dallo schermo di un computer l’udienza per i fatti dello scorso 9 dicembre che gli sono contestati. "Io so sempre dove sei", avrebbe detto alla sua ex costringendola a salire sulla sua auto nel parcheggio del centro commerciale in via Prealpi a Giussano, dove l’ha colpita al volto, ha tentato di strangolarla con un cavo usb, tra la gente indifferente alle sue urla, e poi l’ha colpita con una coltellata alla schiena. A salvarla un angelo custode, un automobilista che si è fermato, l’ha fatta salire e l’ha portata lontano dalla morte.
Quel pomeriggio la 24enne, che era stata ricoverata all’ospedale San Gerardo di Monza con una prognosi di 21 giorni, era nel suo giorno libero dal lavoro e doveva incontrare un’amica per andare a mangiare il sushi al centro commerciale di Giussano. Cherrah, che quel giorno aveva avuto un permesso per lasciare gli arresti domiciliari che gli erano stati imposti proprio per i ripetuti episodi persecutori a carico della ex fidanzata, le aveva lampeggiato con i fari dell’auto per farla fermare, poi l’avrebbe obbligata a salire. Prima le avrebbe chiesto 300 euro per andarsene, poi l’avrebbe picchiata, tentato di strangolarla con un cavetto, infine accoltellata alla schiena mentre la giovane scappava dalla vettura. Dopo vari tentativi di chiedere aiuto, un automobilista ha avuto il coraggio di caricarla in auto e portarla in salvo. Il 26enne, che dopo l’aggressione è tornato verso casa e ha chiamato il suo legale, ha raccontato che stava ancora insieme alla ragazza, che in carcere gli faceva avere soldi e regali e che si erano dati appuntamento.