STEFANIA TOTARO
Cronaca

Tangenti per appalti pubblici in Brianza, l’imprenditore Francesco Tallarita chiede di patteggiare 4 anni

Il processo vede in tutto 14 imputati, oltre a tre società. Le imputazioni: corruzione, turbativa d’asta, falso e vari reati fiscali

Francesco Tallarita

Monza, 3 luglio 2023 – Raffica di richieste di patteggiamenti fino a quattro anni di reclusione per l'inchiesta sui presunti lavori pubblici in Brianza ottenuti grazie a pubblici ufficiali corrotti con mazzette, regali e buoni benzina, che vede al centro l'imprenditore di Giussano Francesco Tallarita.

È proprio Tallarita ad avere concordato con la Procura di Monza la pena più alta all'udienza preliminare al Tribunale di Monza che vede complessivamente 14 imputati (oltre a tre società facenti capo all'imprenditore imputate in qualità di soggetti giuridici). Ventitré complessivamente le imputazioni a vario titolo contestate per corruzione, turbativa d'asta, falso e reati fiscali.

Nelle indagini eseguite dalla Guardia di Finanza di Seregno, oltre a Francesco Tallarita, nel maggio 2022 erano finiti agli arresti domiciliari (misure cautelari nel frattempo revocate e decadute) quattro dipendenti pubblici della Provincia di Monza e della Brianza e dei Comuni di Biassono, Desio e Pessano con Bornago, mentre altri sette erano stati indagati a piede libero, tra cui anche la moglie di Tallarita, altri funzionari del Comune di Biassono e della Provincia di Monza e della Brianza e un dipendente della società a partecipazione pubblica del servizio idrico Brianzacque in qualità di responsabile unico per l'affidamento del servizio di manutenzione del verde sulle aree dei loro impianti.

Alla firma della conclusione delle indagini il pm monzese Carlo Cinque ha aggiunto altre imputazioni per Tallarita, tra cui una nuova accusa di istigazione alla corruzione per avere provato a corrompere pochi giorni prima del Natale 2019 anche il responsabile del servizio gestione del verde del Comune di Monza con una confezione regalo contenente una bottiglia di vino e 1.000 euro in contanti, che però gli era stata subito restituita dal funzionario pubblico. Si torna in aula ad ottobre.