
Il Consiglio comunale convocato per discutere di sicurezza si è trasformato in fretta in uno scontro politico sugli Street...
Il Consiglio comunale convocato per discutere di sicurezza si è trasformato in fretta in uno scontro politico sugli Street tutor. Sono state al centro delle riflessioni di tutti i gruppi politici le figure di guardiania privata introdotte per presidiare il centro nei weekend, in supporto alla polizia locale. Se il centrodestra ha sostenuto la misura come utile e necessaria, è all’interno della stessa maggioranza che le divergenze restano più evidenti. LabMonza ha sostanzialmente ribadito la propria contrarietà al progetto, invocando al suo posto l’impiego di educatori professionisti in contesti di prevenzione sociale, come l’educativa di strada. Tuttavia, gli Street tutor resteranno attivi fino al 2 agosto, come da programma sperimentale iniziale. Il centrodestra — compatto — ha difeso la misura. Il consigliere Massimiliano Longo (Forza Italia) e l’ex sindaco Dario Allevi hanno accusato l’attuale maggioranza di incoerenza: "Oggi fate applicare un regolamento di polizia urbana che ieri contestavate", afferma Allevi, rivolgendosi in particolare al vicesindaco Egidio Longoni. Il consigliere di Fratelli d’Italia Andrea Arbizzoni ha chiesto un rafforzamento dell’organico della polizia locale. "I giovani, talvolta addirittura di 12/13 anni, girano armati con troppa facilità", la riflessione del consigliere. Per Martina Sassoli (Noi Moderati), la città avrebbe bisogno non solo di otto, ma "cento, mille Street tutor, anche di giorno". Diversa la posizione del consigliere di Civicamente Paolo Piffer, contrario agli Street tutor, ma anche all’atteggiamento di LabMonza colpevole, a suo avviso, di aver chiesto prima la revoca del servizio e poi non essere andata fino in fondo. Piffer chiede invece investimenti nei luoghi di aggregazione, nelle scuole, nell’illuminazione e nel decoro urbano. A chiudere il cerchio Francesco Racioppi, consigliere di LabMonza, che ha rivendicato in aula una visione alternativa della sicurezza urbana: "Chiediamo investimenti in educative di strada, prevenzione e riduzione del danno. Portiamo proposte alternative concrete, anche basate sui report della Direzione investigativa antimafia".
Una posizione che rifiuta approcci muscolari e repressivi, per puntare invece su soluzioni sistemiche e di matrice socio-culturale.
A.S.