
Il progetto prevede figure private incaricate di presidiare le aree sensibili della città
Monza – Si spacca la maggioranza sugli Street tutor. Il progetto che prevede figure private incaricate di presidiare le aree sensibili della città, come supporto alla polizia locale, parte ufficialmente stasera, ma sul caso si scatena un vero e proprio terremoto politico interno al centrosinistra, e il centrodestra soffia sul fuoco.
A salire sulle barricate è LabMonza. “La lotta ai crimini violenti spetta alle forze di polizia, il contrasto al disagio giovanile ai servizi di prevenzione”, scrive il gruppo in una nota dai toni netti, accusando l’amministrazione di aver “incaricato un’azienda di guardiania, estranea a un lavoro educativo, per un presidio che ha un’impostazione muscolare e repressiva”. Il servizio è stato pensato, infatti, soprattutto per affrontare il problema del disagio giovanile e degli episodi di inciviltà in centro città, che si moltiplicano nei weekend.
Nel mirino di LabMonza non c’è solo la scelta di campo, ma anche il metodo. Gli esponenti della lista civica denunciano che la determina che attiva il servizio non sia passata né in Giunta né in Consiglio comunale. Il consigliere Lorenzo Spedo ha già inoltrato una richiesta di accesso agli atti per ricostruire l’iter della decisione. LabMonza chiede apertamente al sindaco di ritirare la determina e revocare l’incarico. La contigua Avs Monza e Brianza rincara la dose, denunciando l’assenza di “verifiche puntuali” sulla società incaricata e sulla formazione degli operatori, sottolineando che alcuni Street tutor “fanno sfoggio sui social di contenuti riconducibili all’estrema destra neofascista e neonazista”.
Le reazioni della minoranza non si fanno attendere. Dal centrodestra, il consigliere Simone Villa (Lega) parla di una spaccatura politica evidente: “Ieri ironizzavo sul fatto che LabMonza non avesse ancora parlato di deriva securitaria. E puntualmente la reazione è arrivata”. Per Villa, il progetto in sé è utile. “È uno strumento di presidio che integra il lavoro della polizia locale – commenta –. Il segnale che un’emergenza sicurezza esiste davvero, al contrario di quanto finora minimizzato dalla maggioranza”.
Ma la critica politica è severa: “È una scelta che non rientra nel programma del centrosinistra. Con una presentazione del servizio, in Comune, che oltretutto è stata molto impattante e maschia. Mi chiedo come sia possibile che in Giunta non se ne sia parlato, che l’assessora Bettin, di LabMonza, non ne sapesse nulla. Qui la questione politica c’è tutta, ed è grave”.
Tagliente il commento social del consigliere di Civicamente, Paolo Piffer. “Se la politica è ancora una cosa seria e non solo teatro, il sindaco dovrà scegliere: o va avanti con gli Street tutor e perde LabMonza, oppure ritira la determina e lascia l’assessore Moccia a fare una pessima figura, a quel punto costretto a dimettersi”. Piffer non risparmia critiche nemmeno al metodo gestionale. “È l’ennesima dimostrazione che in questa maggioranza ognuno va per i fatti propri”, conclude.