
St Microelectronics, sindacati continuano a chiedere un piano di espansione e innovazione
Agrate, 15 maggio 2025 – “Siamo di fronte a una dismissione mascherata degli 8 pollici”. La denuncia di Fiom Brianza alla vigilia del tavolo con la Regione sulla crisi St, “le linee in AG200, la fabbrica che se ne occupa, sono sature al 90%, ben oltre la media degli altri impianti della multinazionale del chip fermi al 65% - dice il segretario Pietro Occhiuto -, ma i manager vogliono smantellarla con un impatto pesantissimo sull’occupazione e sul futuro del sito brianzolo. Per Agrate serve un vero piano di espansione e di innovazione e non tagli”.
No ai tagli
I metalmeccanici ribadiscono il no al progetto “con 1.500 esuberi, irrealistico dal punto di vista tecnico e sbagliato dal punto di vista industriale. La tecnologia sviluppata in via Olivetti - aggiunge - richiesta soprattutto dal settore automotive continua a registrare una forte domanda da parte del mercato”. Eppure, “la direzione intende smantellare i 200 millimetri in anticipo rispetto a qualsiasi realistica alternativa produttiva”, sottolinea il segretario.

Verso il Far East
"Il trasferimento verso altri siti, Singapore e foundry cinesi (fonderie dei semiconduttori), è complesso, costoso e richiede tempi molto più lunghi di quelli dichiarati. Anche lo spostamento su Ag300, il 300 millimetri, non potrà essere pienamente operativo prima del 2028. In breve: i volumi di AG200 non possono essere rimpiazzati prima di almeno 3-4 anni”.
Intanto, “l’azienda ha già annunciato la mancata stabilizzazione di 90 precari, nonostante il fabbisogno produttivo, e ha confermato il ricorso a 300 "summer jobs”, stagionali, per la prossima campagna estiva – ricorda Occhiuto -. Sono segni evidenti di una gestione contraddittoria, che da un lato rivela la necessità di manodopera e dall’altro manda segnali di disimpegno”.
Nuove prospettive
Da qui la nuova richiesta di revisione delle prospettive sul territorio. “Il piano presentato dai vertici è sbagliato. Non lo accetteremo – ribadisce il segretario -, Fiom continuerà a battersi in ogni sede per impedire la dismissione di uno dei principali siti manifatturieri italiani. Serve un progetto che guardi avanti, non scelte che smontano nel silenzio un pezzo di futuro”.
La politica
Punto di vista condiviso da Enrico Vacca, segretario della Fim-Cisl provinciale. “Alla luce degli sviluppi seguiti al primo incontro, domani in Regione non potremo fare altro che affermare davanti al ministro delle Imprese Adolfo Urso la necessità che questo piano venga cancellato e riscritto - anticipa -. A lui, al ministro Giancarlo Giorgetti e a tutto il governo chiediamo di mettere in campo un’azione politica forte, perché la realizzazione anche parziale di quel progetto significherebbe ridurre Agrate a un sito di importanza secondaria dal punto di vista scientifico, industriale e occupazionale. Un prezzo che l’Italia, la Brianza e i lavoratori non possono pagare”.