
Le condizioni: ritiro degli esuberi e sospensione dei trasferimenti di tecnologia
"Un tavolo permanente per trovare soluzioni condivise": ieri i sindacati sono tornati sul percorso messo a punto al ministero delle Imprese "per il futuro di St". L’azienda "ha parlato di 1.490 lavoratori ’in eccedenza’ nel polo brianzolo e di 206 a Catania e propone – spiegano le sigle – di gestire la fase di ‘transizione occupazionale’ ricorrendo a strumenti di natura conservativa, come prepensionamenti, pensionamenti, uscite volontarie". "La Regione – ricordano Fim, Fiom, Uilm, Usb, Fismic, Ugl – non ha voluto firmare l’intesa ritenendo che il ruolo di Agrate non sia stato chiarito, nonostante quando espresso dai manager, mentre la Regione Sicilia ha ricordato di aver deliberato un cofinanziamento fino a 300 milioni di euro dell’accordo di programma sottoscritto lo scorso maggio e relativo al sito di Catania che guarda al 2032". Le organizzazioni ribadiscono che "solo a fronte di un ritiro degli esuberi e alla sospensione dei trasferimenti di tecnologie verso altri siti produttivi, ci sarà la disponibilità entrare nel merito del cambiamento". Hanno sottolineato ancora una volta che "con questo piano industriale lo stabilimento di Agrate rischia un forte ridimensionamento strategico" e che bisogna superarlo "per metterne a punto uno che arrivi anche in Lombardia al 2032".
Per ottenere il risultato, secondo i sindacati, "è necessaria la presenza del ministro dell’Economia, che in quanto azionista di St, potrà sostenere un progetto industriale per la Brianza che vada oltre l’attuale, fermo al 2027".
Bar.Cal.