
Il mulino era di proprietà del monastero di San Maurizio Nei secoli è passato di famiglia in famiglia fino ai Ronchi
Le sue radici storiche si perdono nei secoli. Il mulino Ronchi, a Peregallo, è in funzione almeno dal XIV secolo, anche se secondo alcune ricerche risulterebbe già attivo almeno dal 1100. Era di proprietà del monastero di San Maurizio, poi nei secoli è passato di famiglia in famiglia, fino ad arrivare ai Ronchi.
L’attuale proprietario, Paolo Ronchi, sta portando avanti la tradizione insieme alla moglie Gabriella Masciavè. In quel luogo il nonno esercitava l’attività di mugnaio e lì, ancora oggi, il mulino è in funzione. Lasciamo stare l’opportunità di business: i due coniugi sono “custodi del tempo“. Con loro un gruppo di volontari, che hanno dato vita al Mulino del Può. Insieme all’Associazione Brianze sono particolarmente attivi su ogni fronte. Qui si respira la storia, qui vengono le scolaresche per scoprire un’attività che ora si legge soltanto nei libri. E, ancora, qui si viene per scoprire un angolo di quella verde Brianza che, in una terra sempre più urbanizzata, sembra soltanto una definizione leggendaria. La visita regala a tutti una sorpresa: il mulino si trova dove il Lambro si biforca dando origine a due Lambretti. Luogo di fascino. Qui foto e selfie in quantità per i visitatori.
I volontari fanno sforzi enormi. Dal 2019 hanno dato vita a un intervento di recupero encomiabile. Prima hanno pensato alla ristrutturazione della ruota in ferro, poi si sono dedicati ai manufatti idraulici. Ma sono tutti pensionati, non hanno la possibilità di fare grandi investimenti economici, avvertono la necessità di essere aiutati da forze nuove che mantengano viva questa memoria storica.
Tra loro c’è anche Paolo Pirola: appassionato di storia locale, ambientalista dalla prima ora, uno dei padri del Parco Valle del Lambro. "Abbiamo cercato di fare rete con altri mulini – racconta Masciavè – tutto può funzionare nel modo migliore solo se si uniscono le forze e si crea un sistema". "Se ci basiamo solo sulle mie forze – sottolinea Ronchi – tutto va a morire. Non credo che la Regione possa aiutare tutti i mulini, ma già fare un censimento e vedere di valorizzarli dal punto di vista culturale sarebbe un bell’aiuto".
La Brianza monzese, di certo, non può permettersi di perdere questo mulino e di assistere alla chiusura dei battenti. Lungo il Lambro ci sono il mulino Resica a Verano Brianza, il mulino Bassi a Sovico. Entrambi chiusi e diventati musei. Il mulino Ronchi di Peregallo, ancora in funzione, è un tesoro più unico che raro. Più forte degli anni che passano, dei cambiamenti climatici, delle esondazioni. È lì: discreto, tenace e laborioso. Da vero brianzolo.