
Sabrina Corona: botte perché lesbica
Chi ha subito sulla sua pelle la discriminazione, vive con gioia e come un traguardo il nuovo Punto Arcobaleno. Così è per la monzese Sabrina Corona, che la discriminazione l’ha vissuta nella sua forma più estrema, nella violenza ingiustificata. "È successa 21 anni fa la mia aggressione – ricorda ancora con fatica – quando fui malmenata da sei uomini per il mio orientamento sessuale. Avevo 24 anni. Se ci fosse stato allora un punto di ascolto come questo ci sarei andata. In quel momento mi sentii sola, ed è per questo che non ebbi la forza di denunciare. Avevo paura di ritorsioni e non avevo ancora fatto coming out".
Fu quello un episodio particolarmente grave e pesante, un inseguimento in auto del gruppo di violenti che, dopo averle tagliato la strada, l’hanno aggredita, pestandola pesantemente, insultandola per il suo orientamento sessuale e minacciandola addirittura con un coltello. "Riconobbi tra loro due miei ex colleghi di lavoro", rivela. Gli strascichi se li è portati addosso per anni, iniziando un lungo percorso di psicoterapia, che per fortuna l’ha aiutata ad uscire dai sensi di colpa e dal trauma di quello che le è accaduto.
Anche per questo dal 2023 è attivista in Brianza oltre l’arcobaleno (Boa), impegnata a dare ascolto e supporto a chi, come lei, è stato vittima di discriminazioni e violenze. Boa oggi ha attivi gli sportelli di ascolto a Ruginello di Vimercate (in via Diaz 23, numero verde 800.012.503 e email ascolto@boabrianza.it), e alla sede provinciale della Cgil a Monza, in via Premuda, dove arrivano di frequente richieste di aiuto di persone della comunità Lgbtqiap+ discriminate.
Mancava però un vero e proprio presidio territoriale di riferimento, sostenuto dalla governance politica e che non si basasse solo sul lavoro a titolo di volontariato (per quanto anche con Boa collaborino professionisti). Qualche tempo fa Sabrina parlò di come a Monza e Brianza ci fosse ancora da lavorare per sensibilizzare su questo tema. "Oggi per me è un giorno storico ed emozionante – conclude –, sono orgogliosa della mia Monza. Nessuno dovrebbe più sentirsi come mi sono sentita io. Non solo aggredita e spaventata, ma sola".