
I resti dell'elicottero precipitato a Noceto: al via gli accertamenti sul relitto; nel riquadro, Lorenzo Rovagnati
Biassono, 8 febbraio 2025 – Gli inquirenti sono al lavoro per ricostruire le cause del disastro, l’ultimo atto di giustizia per le tre vite spezzate nel Parmense dallo schianto dell’elicottero del colosso dei prosciutti, mercoledì sera: l’imprenditore di Biassono Lorenzo Rovagnati, i piloti Flavio Massa e Leonardo Italiani.
L’autopsia sui corpi delle vittime dell’incidente a Castelguelfo di Noceto è stata fissata per lunedì. L’incarico al medico legale è stato firmato dalla Procura di Parma guidata da Alfonso D’Avino, che coordina le indagini dei carabinieri. Il fascicolo per omicidio colposo è aperto contro ignoti.
La consulenza
Gli inquirenti hanno anche incaricato un esperto per ricostruire la dinamica e capire perché l’Agusta Westland AW109 sia precipitato a 400 metri dal decollo. Ieri, il consulente tecnico aeronautico Stefano Benassi è stato per un primo sopralluogo al maniero di proprietà della dinastia brianzola del Gran Biscotto.
L’industriale doveva fare rientro a casa, come ogni mercoledì, dopo una giornata di lavoro. Il mattino era decollato da Arcore e in serata sarebbe dovuto atterrare nell’hangar dietro allo stabilimento e riabbracciare moglie e figli. E invece nessuno ha più fatto ritorno.
Nel punto del disastro sono arrivati anche gli addetti di una ditta specializzata per recuperare il carburante del velivolo, mentre i droni dei vigili del fuoco sorvolavano l’area alla ricerca di reperti e di risposte e i Ris con le loro tute bianche repertavano.
La prima ricostruzione
Fin qui è stato accertato che l’Agusta si è staccato da terra come sempre, intorno alle 19, e si è abbattuto a terra poco dopo. C’era molta nebbia - tanto che all’aeroporto di Parma in quella fascia oraria ad alcuni aerei è stato impedito l’atterraggio - e non è chiaro se i piloti abbiano perso l’orientamento, forse in un tentativo di rientrare, se ci sia stato un guasto o qualche altro tipo di problema: lo spiegherà la consulenza tecnica.
Sono stati anche sequestrati i dispositivi elettronici delle vittime, cellulari e computer, per vedere se nelle loro ultime comunicazioni possano esserci elementi utili alle indagini. A rendere tutto più difficile, l’assenza della scatola nera, non obbligatoria sugli elicotteri.
Il profilo dei piloti
Italiani e Massa erano considerati due piloti esperti. Il primo e più giovane era originario di Sommo, piccolo comune con poco più di mille abitanti alle porte di Pavia, ma si era specializzato negli Stati Uniti, dove aveva lavorato diversi anni. Il 59enne risiedeva a Desio. Era anche volontario della Protezione civile di Limbiate, dove aveva partecipato a diverse operazioni di soccorso. Lavorava per un’azienda specializzata nel noleggio elicotteri con pilota, con sede centrale a Pescara.
Era qualificato anche in comunicazioni radio d’emergenza, oltre ad aver curato spesso delle dimostrazioni di questa attività nelle scuole. Un curriculum che rende ancora più inspiegabile la tragedia.