
Bellusco (Monza e Brianza) – Su 62 edizioni ne ha corse più di 40, diventando di fatto il veterano della manifestazione. Il suo tempo migliore è stato di poco sotto il muro delle 4 ore e un paio di volte si è piazzato nei primi 20. Oggi partecipa in squadra col figlio Davide, con cui condivide la passione per la corsa, la montagna e per un’iniziativa che è diventata per lui un appuntamento immancabile. Il belluschese Franco Barzio, 76 primavere sulle spalle, è il racconto migliore di cosa è stata ed è la Monza-Resegone, la maratona classica della Brianza.
"Ho cominciato a 24 anni e oggi ne ho 76, che diventeranno 77 tra un paio di mesi – racconta –. La fatica adesso inizia a essere diversa, ma cercherò di arrivare in fondo anche quest’anno. Certo, il tempo non promette benissimo e questo complicherà un po’ le cose". "I colleghi dell’epoca d’oro ormai non ci sono più – continua –: una volta si partiva ed era un disonore ritirarsi, oggi se non ce la fanno piantano lì e via". Il suo risultato più brillante "è stato un 14esimo posto – ricorda –, mentre una volta sono arrivato 21esimo, ma con il mio miglior tempo, che è stato di 3 ore e 56 minuti. Con la squadra di allora abbiamo fatto anche il quinto o sesto tempo nella salita a Capanna Monza".
E ora? "Non voglio sbilanciarmi, diciamo che vorrei arrivare nel tempo massimo – sorride –. Io ce la metto tutta e vediamo quello che succede". Una passione, quella per la Monza-Resegone, arrivata un po’ per caso, ma che non si è mai esaurita. "Ho cominciato ad andar fuori a correre, poi andavo sempre in montagna e così, quando ho saputo che c’era questa gara, ho iniziato ad allenarmi – dice –. Quando ho capito che non era solo una cosa da professionisti mi ci sono cimentato anch’io".
"Ai tempi d’oro era diventata quasi una malattia: guai se non si faceva la Monza-Resegone, era il simbolo di una stagione – continua Barzio –. Si partiva con la convinzione di battere gli amici, ci si conosceva tutti, era quasi una cosa di famiglia. Ed era bello così. Oggi ho notato un po’ più di freddezza: prima quando c’era un nuovo corridore era subito accolto in questa famiglia allargata, ora capita molto meno. Se si superava un amico in difficoltà si stava lì a incoraggiarsi a vicenda. Ma ogni tempo ha il suo stile". Anche quest’anno Barzio sarà della partita, col pettorale 191, in squadra col figlio Davide di 39 anni (che ha ereditato da papà lo storico negozio di scarpe a Bellusco) e un altro amico 50enne.