
Il 17enne incontrava la ragazzina alla stazione ferroviaria di Villasanta per andare a scuola
Confermati gli arresti domiciliari, ma con il permesso di continuare ad andare a scuola, dove però deve essere accompagnato. L’ha deciso la giudice per le indagini preliminari del Tribunale dei minori Nicoletta Cremona dopo l’interrogatorio di garanzia del diciassettenne accusato di avere preso di mira una quindicenne che prendeva il treno negli stessi suoi orari alle stazioni ferroviarie di Villasanta e Monza, approcciandola prima con baci sulle guance e con l’invito a seguirsi sui social, fino ad arrivare al tentativo di baciarla sulla bocca e alle minacce, gli insulti, gli strattonamenti di fronte ai continui rifiuti della ragazzina. Il ragazzo, che è originario dell’Africa, ha raggiunto i genitori in Brianza da due anni e frequenta il primo anno di un istituto scolastico superiore, è stato arrestato dai carabinieri di Villasanta con le accuse di violenza sessuale e stalking dopo la denuncia presentata dalla presunta vittima, che si è presentata in caserma accompagnata dai genitori. Secondo il racconto della quindicenne, residente a Villasanta, la ragazzina vedeva il diciassettenne alla stazione ferroviaria di Villasanta, dove verso le 7.30 partivano entrambi per andare a scuola a Monza e poi ancora al ritorno alla stazione di Monza.
Diversi gli episodi persecutori contestati, che avevano causato alla quindicenne una situazione di fortissimo stress per la quotidiana ansia e paura di ritrovarsi ancora vittima delle indesiderate avances.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso una settimana fa, a Monza, in un sottopassaggio che gli studenti abitualmente utilizzano per andare e tornare da scuola, quando il diciassettenne avrebbe tentato di baciarla con violenza sulla bocca. La ragazzina si era ribellata e aveva deciso di chiedere aiuto richiamando l’attenzione di alcuni compagni di scuola.
Poi la decisione di confidarsi con i genitori e la denuncia. I militari hanno identificato il presunto responsabile proprio dal profilo Instagram indicato dalla quindicenne come quello che il diciassettenne continuava a mostrarle.
Dopo la valutazione dei fatti, la gip ha disposto nei confronti del giovane la misura cautelare della permanenza in casa, una sorta di arresti domiciliari utilizzati per i minorenni, affidando l’indagato ai servizi sociali per eseguire una relazione familiare.
All’interrogatorio di garanzia davanti alla giudice il diciassettenne, difeso dall’avvocato Francesco Ruffo, ha negato le accuse avvalendosi però della facoltà di non rispondere alle domande e la giudice ha confermato la misura cautelare adottata nei suoi confronti, con però il permesso di continuare ad andare a scuola, ma accompagnato da un adulto così da non poter avvicinare la quindicenne.