STEFANIA TOTARO
Cronaca

Verano Brianza, morì sette mesi dopo la caduta in cantiere: niente sentenza, disposta una perizia

“Salta” il verdetto al processo nei confronti di capo cantiere e titolare dell’impresa edile, imputati di omicidio colposo, il Tribunale di Monza vuole un esame che faccia luce sulle cause del decesso di Nazzareno Cristofalo, deceduto dopo un malore in casa

Nazzareno Cristofalo, operaio di 58 anni di Verano il 13 maggio del 2021 era precipitato al lavoro: il decesso dopo 7 mesi

Nazzareno Cristofalo, operaio di 58 anni di Verano il 13 maggio del 2021 era precipitato al lavoro: il decesso dopo 7 mesi

Verano Brianza (Monza), 10 giugno 2025 – Colpo di scena al processo per l'infortunio sul lavoro accaduto il 13 maggio del 2021 e, secondo la pubblica accusa, costato la vita sette mesi dopo a Nazzareno Cristofalo, operaio di 58 anni di Verano Brianza.

Oggi era prevista la sentenza del Tribunale di Monza nei confronti dei due imputati di omicidio colposo ma la giudice ha deciso di voler disporre una perizia medico legale che faccia chiarezza sulle cause del decesso del muratore studiando la documentazione clinica.

Il 58enne morì in seguito a un malore avuto in casa e purtroppo si è dimostrata inutile la corsa a sirene spiegate in ospedale.

L’incidente

Subito dopo l'infortunio, avvenuto in un cantiere in via Preda a Verano Brianza, l'uomo era stato soccorso in codice rosso e trasferito con un grave trauma cranico e diverse lesioni all'ospedale San Gerardo di Monza dove era stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva neurochirurgica. Le sue condizioni di salute erano rimaste molto delicate. A porre il dubbio che ci sia un nesso causale tra l'infortunio e il decesso è la difesa degli imputati, che lamenta anche il fatto di non essere stata chiamata dalla Procura a partecipare con un proprio consulente all'autopsia.

Per capo cantiere e titolare dell'impresa edile che aveva preso in subappalto i lavori la Procura di Monza ha chiesto la condanna a 2 anni e mezzo di reclusione ciascuno.

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L’ipotesi

Secondo l'accusa, gli imputati non hanno disposto un parapetto e un tavolato fissato solidamente per coprire una bocca di lupo dove il lavoratore era precipitato. "La vittima non sarebbe mai dovuto entrare in cantiere perché i lavori erano sospesi per degli adeguamenti, ma entrava perché il titolare gli faceva consegnare il materiale", sostiene la difesa.

Al processo si sono costituiti parti civili la moglie e i due figli del muratore prematuramente scomparso. Si torna in aula a settembre.