STEFANIA TOTARO
Cronaca

Morte di Karine. Il pizzaiolo va a processo

Abbandonò il corpo di Karine Cogliati in un bosco, alla sbarra Giuseppe Bernardini, 45enne incensurato titolare di una pizzeria da...

Karine Cogliati aveva 26 anni

Karine Cogliati aveva 26 anni

Abbandonò il corpo di Karine Cogliati in un bosco, alla sbarra Giuseppe Bernardini, 45enne incensurato titolare di una pizzeria da asporto a Carate. Il pm della Procura di Monza Flaminio Forieri ha chiesto il giudizio immediato dell’uomo, che si trova agli arresti domiciliari, con le accuse di spaccio di droga, morte in conseguenza di altro reato e occultamento di cadavere della 26enne italo-brasiliana residente a Biassono che era stata trovata morta lo scorso febbraio in una zona impervia alla periferia di Carate, rannicchiata dentro una felpa le cui maniche erano state legate per trasportarla. Alla notifica del provvedimento della Procura per mandarlo subito davanti al giudice, Bernardini ha invece scelto di venire processato col rito abbreviato, che prevede lo ‘sconto’ di un terzo della pena ed è chiamato a presentarsi a gennaio davanti alla giudice per le udienze preliminari Angela Colella. Il 45enne, identificato dai carabinieri dall’auto ripresa dalle telecamere e bloccato mentre stava scappando in Slovenia, era stato inizialmente solo denunciato per occultamento di cadavere. Poi il fermo agli arresti domiciliari quando si sono aggiunte le accuse di spaccio e morte in conseguenza di altro reato.

Secondo la ricostruzione dei carabinieri, la 26enne è morta per overdose di cocaina, ceduta dall’indagato nella camera di un motel di Lissone, dove il corpo senza vita della ragazza è rimasto una notte intera prima che il pizzaiolo lo trasportasse nel bosco. Un passante lo ha scoperto e ha allertato i carabinieri. All’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari Marco Formentin, il 45enne è arrivato insieme al suo avvocato ma si è avvalso della facoltà di non rispondere. Karine Cogliati era madre di due bimbe.